“Il fenomeno è legato anche a cambi di stili di vita. Oggi c’è la tendenza a ricorrere al credito, al di là delle necessità, anche per l’acquisto di beni voluttuari, magari per mantenere lo status sociale, quindi, esiste effettivamente un problema che comincia a riguardare anche le famiglie.Sicuramente non sono più immuni nemmeno i lavoratori dipendenti. Abbiamo casi che vengono dal pubblico impiego, situazioni che in passato avremmo definito assolutamente tranquille e invece oggi cominciano a bussare con insistenza presso le reti di protezione sociale fra le quali spicca, per il suo ruolo molto importante, la fondazione umbra contro l’usura”.
Lo ha affermato in questa intervista, Luciano Marini, segretario regionale della UILCA (credito e assicurazioni) in riferimento al fenomeno usura che sta raggiungendo livelli allarmanti nella nostra regione e, soprattutto, in provincia di Terni. Tanto che la provincia di Terni, delle 18 della cosiddetta Italia di Mezzo, è quella più esposta al rischio usura. L’indice di permeabilità all’usura sul territorio calcolato da EURISPES per TERNI e’ di 47,72, il peggiore fra le 18 provincie della macroregione. Perugia si attesta al 35,79.
La UILCA ha calcolato che sono non meno di 8 mila le famiglie della provincia di Terni che ricorrono al finanziamento fuori dai normali circuiti e, potenzialmente, queste famiglie sono a rischio usura. Il loro indebitamento è pari a 176 milioni di euro. A queste cifre vanno aggiunte anche le esposizioni di commercianti, piccoli imprenditori e artigiani che, per motivi legati alla crisi, non possono ricorrere al finanziamento bancario, e la cifra stimata dalla UILCA di esposizione finanziaria sale a circa 200 milioni di euro, solo in provincia di Terni.
Tutto ciò, secondo la UILCA, si consuma nella “grande disattenzione del mondo della politica e delle istituzioni rispetto a un problema che mina le basi della civile convivenza”.
Il Comune di Terni si è ritirato dalla Fondazione anti-usura dell’Umbria. “Registriamo questa scelta con grandissimo rammarico – afferma Marini – riteniamo che non sia accettabile che il secondo comune dell’Umbria si possa tirar fuori dall’aiuto rispetto a una Fondazione che, viceversa, aiuta moltissimi ternani. Lanciamo un appello al sindaco Di Girolamo affinché questa scelta venga riconsiderata, anche perché esiste un problema specifico nell’ambito del territorio di Terni”.