“Finalmente riapriamo. Lo facciamo in un periodo che i nostri vecchi paragonano a quello post bellico. Riapriamo perché i nostri “fragili” hanno bisogno di un luogo conosciuto e sicuro dove scambiare due parole. Sono come zolle arse dal sole che aspettano le prime gocce d’acqua. Liberi dalla mascherina, gli occhi tradiscono il disperato bisogno di parlare, di confrontarsi. A questo serve il Centro, a rompere l’isolamento inteso dagli anziani come l’anticamera dell’aldilà, serve a far ripartire una pseudo normalità”.
Domenico Filipponi parla di quel lento ritorno alla normalità che consente di riaprire, dopo mesi condizionati dall’emergenza pandemia, il Centro sociale anziani Ancescao di Macenano di Ferentillo, da sempre luogo d’incontro per anziani, bambini e ragazzi.
Sabato 1 e domenica 2 maggio a Macenano si pranza all’aperto, accanto al fiume, per una festa del tesseramento che ha il valore simbolico della rinascita, aperta ad un massimo di 30 soci con prenotazione obbligatoria al numero 333 333 55 50. In programma una gimkana ciclistica, il tiro al gallo con la fionda statica ed il lancio del ferro di cavallo, giochi di una volta ora ancor più preziosi da condividere.
“Nulla sarà come prima, ma sta a noi rendere meno traumatico il cambio di abitudini, di stili di vita. Siamo impauriti, addolorati e doloranti – dice Domenico – ma sempre curiosi di affacciarci al balcone della vita. Il Centro, seppur chiuso, in questi mesi di pandemia è rimasto il punto fisso dove hanno cercato notizie ed informazioni i nostri anziani, ma anche tutti i ragazzi da sempre coinvolti con attività dedicate a loro. Ora riapriamo in sicurezza, perché i nostri soci sono più delicati e preziosi: negli anziani troviamo la storia scritta, nei giovani il libro di storia da scrivere”.