Dopo il grande successo ottenuto da “Misericordia” al Morlacchi di Perugia arriva in Umbria un’altra imperdibile creazione di Emma Dante, “Pupo di zucchero. La festa dei morti”.
Debuttato a Pompei e poi al Festival di Avignone lo spettacolo va in scena al Teatro Manini di Narni sabato 6 novembre alle ore 21 e domenica 7 novembre alle ore 18.30 al Politeama Clarici di Foligno
Liberamente ispirato al libro di fiabe “Lo cunto de li cunti” di Gianbattista Basile, “Pupo di zucchero” racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia.
Il 2 novembre è il giorno dei morti. Il vecchio prepara una pietanza tradizionale per onorare la festa. Con acqua, farina e zucchero impasta l’esca “pe li pesci de lo cielo”: il pupo di zucchero, una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti richiama alla memoria la sua famiglia di morti. La casa si riempie di ricordi e di vita: mammina, una vecchia dal core “tremmolante”, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola “tre ciuri c’addorano ‘e primmavera”, Pedro dalla Spagna che si strugge d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita che “s’abboffavano ‘e mazzate”, Pasqualino il figlio adottivo.
Secondo la tradizione in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che, il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari.
Nello spettacolo – interpretato da Carmine Maringola, Nancy Trabona, Maria Sgro, Federica Greco, Sandro Maria Campagna, Giuseppe Lino, Stephanie Taillandier, Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Martina Caracappa e Valter Sarzi Sartori – sono presenti dieci sculture create da Cesare Inzerillo che mostrano il corpo della morte.
In “Pupo di zucchero” la morte non è un tabù, non è scandalosa, ciò che il vecchio vede e ci mostra è una parte inscindibile della sua vita. Ciò non può che intenerirci. La stanza arredata dai ricordi diventa una sala da ballo dove i morti, ritrovando le loro abitudini, festeggiano la vita.
Per accedere a teatro è necessario il Green Pass.