Come si fa a passare nel giro di pochi giorni (d’estate) da grigia figura di stato a stella di prima grandezza della politica resta un mistero tutto italiano. Fatto è che la sua fortuna la deve tutta a Matteo Salvini, alla sua bizzarra crisi di governo provocata alla vigilia di ferragosto con tanto di dimissioni richieste a Giuseppe Conte che, ricordiamolo, era nelle mani sue e di Di Maio.
Con un’alzata di spalle degna del miglior giocoliere Conte si è scoperto leader, ha cominciato a parlare forte e a Salvini , in Parlamento glie le ha cantate come se le sentiva. E non ci ha pensato su due volte a formare, non un governo diverso, ma un governo opposto a quello che aveva guidato fino al mese precedente.
Oggi Conte è un presidente del consiglio riconosciuto e apprezzato (certo non apprezzato dalla destra) e lo si vede anche quando gira per l’Italia. Come questa mattina a NarnI. La sua presenza ha oscurato quelle di Di Maio, Zingaretti e Speranza. Per lui selfie, strette di mano e incoraggiamenti. E Conte non si è sottratto (Salvini docet).
Si è complimentato con il sindaco De Rebotti: “Avete una bella città”.
Ha trovato il tempo anche di salutare i bambini di una scuola primaria che erano affacciati a una finestra e ha scambiato qualche parola con loro.
A chi gli ha chiesto di non mollare ha risposto: “e perché dovrei mollare?”. Sulle pensioni basse ha glissato.
Il resto lo sapete, ha difeso la sua manovra economica e i dettagli li trovate in altra pagina del giornale.