I No Green Pass manifestando ieri sera per le vie di Novara hanno messo in scena una rappresentazione orribile della realtà. Hanno paragonato il periodo che stiamo vivendo alla shoah, alla deportazione nei lager nazisti di milioni di ebrei, sfilando, alcuni di loro, non tutti in verità, con una pettorina che riproduceva le strisce azzurre e grigie tristemente note.
Va detto che il 90% dei novaresi si è vaccinato e quindi si sta parlando di una ristretta minoranza di persone però fa sempre scalpore una cosa simile.
“Paragonare una posizione ideologica relativa a un vaccino e a un Green pass alla pagina più tragica della nostra storia e a persone che sono state deportate, umiliate, torturate, annientate psicologicamente e assassinate è a dir poco vergognoso. Esprimere le proprie idee e il proprio pensiero è non solo giusto, ma anche un diritto sancito dalla Costituzione. Quindi nulla da dire sulla possibilità di manifestare il dissenso al Green Pass, ma ci sono limiti che non dovrebbero mai essere superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta, di violenza psicologica che va condannata con forza esattamente come la violenza fisica. Chi vuole manifestare deve prima di tutto mostrare rispetto per gli altri e per la nostra storia”.
Così la pensa Alessandro Canelli, sindaco della Lega, della città piemontese.
Personalmente trovo fuori luogo le proteste contro uno strumento di libertà come il #greenpass ma se tirano in ballo la Shoah allora si passa il segno.
Giù le mani dalla Storia e chiedete scusa a chi ha sofferto per la pagina più buia del secolo scorso.#Novara #Auschwitz pic.twitter.com/b8GEzfSUMX— Nicola Danti (@DantiNicola) October 31, 2021
“È già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah. È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole” , ha commentato sul quotidiano La Stampa di Torino Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e di Vercelli.
“È evidente – ha aggiunto – che si tratta di un problema culturale, altrimenti non vedo come sia possibile concepire cose di questo genere. Non si può accostare una tematica come quella sul Green Pass a quella del filo spinato dei campi di concentramento e della Shoah. A chi ha sfilato a Novara farei delle domande. Mi piacerebbe molto capire. Ecco, allora poi aggiungerei altre considerazioni. Perché nella vita non si può sempre mettersi in cattedra. E questo vale per tutti. Prima di condannare bisogna capire, di sicuro non odiare. Però su un punto bisogna essere inflessibili: la storia, e quella delle persone, va rispettata”.
A Predappio, dove qualche centinaio di nostalgici fascisti ha festeggiato la ricorrenza della Marcia su Roma, sono risuonate parole contro il Green Pass: “Nel primo articolo della Costituzione si parla di lavoro – ha detto Mirko Santarelli, presidente della associazione Arditi d’Italia – invece con il Green Pass si sta impedendo a chi non ce l’ha di andare a lavorare”. Il corteo, regolarmente autorizzato, ha attraversato le vie del paese e si è concluso davanti alla cripta dove è sepolto Benito Mussolini.