Gli effetti devastanti del coronavirus si ripercuotono sulla salute dei cittadini del mondo, sulle economie e sui destini delle aziende e dei loro lavoratori.
Gli effetti saranno devastanti anche per il mondo dello sport sia quello miliardario che quello povero che assolve soprattutto scopi sociali non indifferenti.
Ed è di questo che vorremmo parlare nelle prossime righe perché se lo Stato non metterà a disposizione anche del mondo dei dilettanti e delle altre discipline sportive risorse importanti ne metterà in dubbio la loro sussistenza.
Nel mondo del calcio, portato ad esempio perché coinvolge il maggior numero di giovani, si calcola che ben 3.000 delle società dilettantistiche potrebbero essere sull’orlo della chiusura dei loro battenti battenti.
Ed allora viene da pensare che fine faranno quelle agenzie formative dei nostri giovani come le scuole calcio, i settori giovanili che oltre che tecnicamente formano i nostri giovani sul piano fisico, sul piano del rispetto delle regole e delle disciplina.
E le stesse considerazioni devono essere fatte per tutti gli altri sport che coinvolgono migliaia e migliaia di giovani, alcuni dei quali potrebbero rappresentare le future promesse dello sport italiano.
Non possiamo pensare allo sport solo quando i nostri azzurri, anche quelli degli sport più dimenticati, ci fanno saltare dalle nostre poltrone per i loro successi in ambito mondiale e nelle più grandi manifestazioni sportive regalando successi e migliorando la immagine dello sport italiano.
Insomma, che ci si inventi qualcosa, che si stanzino risorse a sufficienza, che si autorizzi l’emissione della nuova schedina totocalcio visto che quella ormai fuori moda non fornisce più risorse sufficienti al CONI. Ricordiamo che il 18,77% degli incassi del totocalcio vanno al CONI per il sostentamento dello sport italiano ed il 2,45% all‘Istituto per il Credito Sportivo ma con le scommesse il totocalcio ha perso la sua popolarità e, quindi, ha perso per strada molti scommettitori.
Qualcosa si deve studiare mentre procedono le inutili discussioni e polemiche sulle presunte date di ripresa o meno dei campionati, sulla possibilità o meno di riprendere gli allenamenti e sulla riduzione dei miliardari ingaggi della serie A senza giungere, peraltro, se non in rari casi, ad un accordo. Chiacchiere, sono solo chiacchiere a difesa dei propri interessi perché fin quando la terribile pandemia non farà marcia indietro sarà impossibile programmare e capire se si potrà portare a termine la stagione.
Ed anche allora ci vorrà molta ma molta prudenza come affermano i virologi!