https://www.youtube.com/embed/OtizcxU20z0, https://www.youtube.com/embed/P5ZESKLVZgM, https://www.youtube.com/embed/LDzHlZb32D0, https://www.youtube.com/embed/c1hjnq8e9TI
Sottoscritto al Mise a Roma l’Accordo di Programma per l’attuazione del Piano di riconversione e riqualificazione industriale di Terni e Narni che regola il procedimento, gli impegni e le attività dei sottoscrittori (Ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti, la Regione Umbria,i Comuni di Terni e Narni e l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti) per il raggiungimento degli obiettivi di rilancio e di sviluppo industriale dell’area di crisi industriale complessa.
L’Area di crisi industriale complessa comprende 18 Comuni dell’area ternana narnese e si estende per 1.125 kmq interessando il 20% della popolazione regionale residente al primo gennaio 2017. Dalle analisi svolte da Confindustria Umbria in collaborazione con The European House Ambrosetti sulle peculiarità della crisi industriale ternana, prende corpo il Masterplan per il rilancio del manifatturiero dell’area di Terni e Narni, condiviso con la Regione Umbria, che individua tre linee di azione su cui attivare la politica industriale per il territorio: incentivare le produzioni e la ricerca da parte delle multinazionali e degli imprenditori locali nel settore della chimica verde;
promuovere la riqualificazione e l’ammodernamento della filiera metallurgica e delle aziende resilienti attraverso l’automazione, la digitalizzazione dei processi produttivi, l’efficientamento energetico; orientare e sostenere il manifatturiero verso specializzazioni a maggiore valore aggiunto come prodotti finiti e semilavorati del titanio, filiera del polipropilene di alta qualità, plastica verde e biopolimeri. Il quadro finanziario di riferimento per lo sviluppo del masterplan considera investimenti industriali privati da destinare ai settori della chimica verde, manifattura intelligente e riqualificazione energetica; fondi regionali da destinare ad investimenti in R&S, soprattutto per la grande impresa, nonché ad investimenti produttivi nei nuovi settori di specializzazione manifatturiera; fondi nazionali per la riqualificazione e promozione di nuovi investimenti di medie e grandi dimensioni.
Il 4 agosto scorso si è chiusa la “call” lanciata da Invitalia per raccogliere le manifestazioni d’interesse ad investire nell’area di crisi industriale di Terni-Narni. Le manifestazioni sono 212 per un totale di investimenti pari a 612,5 milioni di euro ed una previsione di incremento occupazionale pari a 2.131 addetti. E’ il settore manifatturiero ad assorbire il 61% degli investimenti e il 44% dell’occupazione prevista.
Relativamente agli indirizzi strategici del “Prri” gli ambiti prioritari riguardano la chimica verde, la metallurgia e le relative filiere produttive e l’agroalimentare, rivolti alla “manifattura intelligente”, all’efficientamento energetico, all’ambiente, alla economia circolare e al bacino di lavoratori da rioccupare, in particolare lavoratori oggetto di licenziamenti collettivi, disoccupati e non più percettori di ammortizzatori sociali; disoccupati e percettori di indennità di mobilità o di “Naspi”; lavoratori percettori di ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro; lavoratori iscritti alla lista di cui all’articolo 8 della legge 68/99, assunti in esubero ai vincoli di legge.
Per quanto riguarda le risorse la Regione Umbria interverrà con 38 milioni 800 mila euro per le pmi, le start up, l’ambiente, la formazione e le politiche del lavoro poi 12 milioni per le infrastrutture ossia piastra logistica e bretella di San Carlo. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato 20 milioni di euro oltre all’importo prevedibile di 10,5 milioni di euro sull’Accordo di sviluppo Alcantara in esito sia alla procedura di notifica alla Commissione Europea che alla necessaria istruttoria tecnica.