A sostegno della vicenda il Comune di Sangemini è pronto a fare la sua parte ed ha anche istituito una commissione consiliare ad hoc presieduta da Vanio Ortenzi: troppo importante lo stabilimento della Sangemini ed il suo futuro per l’intero territorio. Così la stessa commissione ha stilato una sorta di “diario di bordo” mantenendo rapporti diretti con tutte le Parti interessate che, a vario titolo, possono dare un contributo prezioso alla soluzione della crisi. Durante questo percorso ha potuto annotare, tra le Parti interessate, una diversa disponibilità al dialogo, sicuramente dovuta a pregresse situazioni di incomprensione e di posizionamenti reciproci rigidi nei confronti della crisi stessa e carenti, però, di quella flessibilità positiva che risulta doverosa nei casi in cui il bene supremo è solo l’occupazione, la dignità di tanti lavoratori e la sopravvivenza di un’azienda come condizione propedeutica. Nonostante queste difficoltà operative, la Commissione ha ritenuto necessario aprire e mantenere il dialogo con tutti e, dalle informazioni acquisite, è parso evidente che questa difficoltà e ritrosia al dialogo è stata amplificata dalla procedura fallimentare in atto che ha purtroppo impedito di fatto l’avvio immediato di azioni più incisive finalizzate a garantire una rapida soluzione positiva in quanto esse sarebbero state considerate invasive e sicuramente non permesse dalla normativa fallimentare.
L’aumento fino ad 8 giorni mensili, per ciascun lavoratore, della cassa integrazione ha sicuramente acuito le difficoltà dei lavoratori e delle proprie famiglie ed ha chiuso gli spiragli per un dialogo costruttivo fra le Parti. Bisogna però annotare che questa fase della crisi sta avviandosi verso la fine e ciò permetterà a tutti di verificare le vere intenzioni della proprietà. Infatti è stato annunciato che il 5 Ottobre p.v. verrà presentato il piano di rilancio aziendale previsto dalla procedura di concordato preventivo avviata presso il Tribunale di Milano. Da quel momento in poi, con le prove documentali in mano sulle reali volontà e possibilità della proprietà e con le decisioni conseguenti del Tribunale di Milano, si potrà, con cognizione di causa, intervenire in maniera più incisiva per impedire situazioni disastrose.
Ciò ha indotto quindi la Commissione a predisporre e valutare ipotesi alternative, di comune accordo con le Parti maggiormente interessate, in modo da essere pronti, nelle fasi successive alla presentazione del piano di rilancio, a proporre soluzioni percorribili presso le Istituzioni competenti al fine di poter dare un contributo affinchè questa crisi non comprometta in maniera irreversibile il tessuto sociale ed economico del territorio.