Partiti i lavori di realizzazione di un ulteriore invaso del Consorzio di Bonifica Tevere Nera.
Si tratta di una struttura che questa volta sarà ospitata nel Comune di Orvieto.
L’opera occuperà una superficie di 2 ettari e 700 metri. Servirà a stoccare acqua direttamente dalla diga di Corbara e fungerà da punto di raccolta dell’acqua piovana. Insomma una vera e propria riserva idrica in caso di siccità.
La presentazione delle specificità della vasca si è svolta nella sala consiglio del Comune di Orvieto, alla presenza del sindaco Roberta Tardani, del presidente del Consorzio di Bonifica Tevere Nera Massimo Manni e della direttrice del Consorzio Carla Pagliari.
Sono invece entrati nel dettaglio dei lavori l’ingegnere del Consorzio Tevere Nera Cristian Buconi ed il geometra Andrea Venturi; per conto del Comune l’ingegner Mario Angelo Mazzi.
“Si tratta dell’ennesimo progetto di ampio respiro, che vede la luce in tempi record in termini di messa in opera”, queste le parole del presidente del Consorzio di Bonifica Tevere Nera, Massimo Manni.
“Dopo gli invasi di Quadrelletto e Vallantica nel Comune di San Gemini – prosegue il presidente – ci affacciamo ora su un altro territorio, quello orvietano. L’obiettivo è riuscire a ridurre il deficit strutturale di mancanza di acqua nel distretto di nostra competenza. Un gap dovuto soprattutto alla significativa rapidità con cui i cambiamenti climatici stanno investendo e mutando il mondo agricolo, le nostre terre, le nostre colture”.
La direttrice del Consorzio Pagliari ha voluto evidenziare come “L’opera, in fase di realizzazione, andrà a beneficio di tutto il territorio orvietano. Servirà infatti non solo a stoccare acqua per gli agricoltori della zona ma anche a recuperare l’acqua piovana. Acqua che, ormai in quasi tutta Italia, perdiamo in percentuali ancora molto alte. L’invaso è l’ennesima risposta concreta al contrasto dei cambiamenti climatici e alle scarse precipitazioni”.
L’opera avrà una capacità di accumulo di 16.000 m3.
L’intervento, che sarà ultimato entro l’anno, è stato finanziato con fondi MASAF per un importo di 2 milioni e 800 mila euro.