E’ curioso questo fatto per cui, onde evitare gli assembramenti, gli uffici pubblici (Poste e Banche, ad esempio) stanno aperti di meno. Anziché avere un orario più flessibile, proprio al fine di evitare gli assembramenti ci si comporta in modo contrario.
In proposito l’associazione dei consumatori ADOC ha raccolto “numerose segnalazioni circa i disagi che ha comportato la chiusura pomeridiana dell’ufficio postale del Centro Storico di Orvieto. Questa decisione di ridurre l’orario di apertura – sottolinea Alessandra Antonelli, Presidente ADOC Terni – ha come motivazione quella di limitare i contagi da Covid 19 ma, quello che ci preme ricordare è che proprio in un ottica di maggiore sicurezza, dilazionare l’utenza nel corso dalla giornata può davvero essere uno strumento più efficace.
La riduzione dell’orario inoltre nega l’accesso ad una parte di utenza – sottolinea la Antonelli – e la soluzione non può essere trovata soltanto negli strumenti telematici, che se da una parte sono un valido aiuto, dall’altra non possono essere utilizzati da tutti. L’associazione in particolare pensa a tutti coloro che, soprattutto gli anziani, si trovano esclusi da questo processo di digitalizzazione e si trovano a dover recarsi fisicamente in uffici dove spesso, dato l’orario ridotto, si concentrano così tante persone da dover sostenere delle file inaccettabili”.
L’ADOC pertanto chiede al sindaco di Orvieto Roberta Tardani e alla dirigenza di Poste Italiane di trovare una soluzione affinché questa situazione si possa risolvere quanto prima.
Infiniti disagi non solo a Orvieto ma in tante altre città e paesi dell’Umbria.