Agedo , l’associazione che riunisce i genitori di figli omosessuali, critica un recente bando della regione Umbria che garantisce fondi per l’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie.
IL BANDO E’ STATO PUBBLICATO IL 21 MARZO SUL BOLLETTINO DELLA REGIONE, PREVEDE:
500mila euro, tutti provenienti dal Bilancio regionale suddivisi in 350.000 euro per le coppie coniugate o conviventi, 75.000 euro per le famiglie monoparentali e 75.000 euro per i single. Si prevede l’erogazione di contributi in conto capitale, corrispondenti al 30% del costo dell’alloggio indicato nel contratto di acquisto, ivi comprese le eventuali pertinenze, fino ad un massimo di 30.000 euro per le giovani coppie e le famiglie monoparentali e 20.000 euro per i single”.
Le giovani coppie sono quelle che, alla data di pubblicazione del bando, sono coniugate o conviventi nel medesimo stato di famiglia anagrafico. Entrambi i componenti la coppia devono avere un’età inferiore ai 40 anni o compiere il 40° anno di età nel 2018.
Fanno parte del nucleo familiare della coppia coniugata o convivente esclusivamente i componenti la coppia ed i figli iscritti nel medesimo stato di famiglia anagrafico.
Sono ammesse al beneficio anche le coppie coniugate i cui componenti abbiano stati di famiglia anagrafici distinti, purché non sussista separazione legale.”
“Tale bando, seppur lodevole negli intenti, vista la nota difficoltà che incontrano i giovani a reperire i fondi per l’acquisto della prima casa – nota AGEDO TERNI – menziona esclusivamente tra i soggetti destinatari del beneficio le coppie coniugate o conviventi, nonché i nuclei familiari monoparentali e i single.Emerge chiaramente come le istituzioni regionali si siano dimenticate di considerare le coppie unite civilmente ai sensi della Legge n° 76/2016 (c.d. Legge Cirinnà).Ricordiamo tuttavia alle coppie same-sex che fossero interessate ad inoltrare tale domanda come ciò sia comunque loro possibile, anche nel silenzio del bando regionale suddetto, ai sensi dell’art. 1, comma 20, legge citata, secondo il quale “Al solo fine di assicurare l’effettivita’ della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.”
Diversa interpretazione costituirebbe una grave violazione di legge e del principio di eguaglianza che non potrebbe trovare accoglimento nel nostro ordinamento.Non arriviamo minimamente ad ipotizzare l’ingiusto scenario che si verificherebbe se una “coppia coniugata”, a parità di condizioni, dovesse essere preferita ad una coppia unita civilmente ai fini del presente bando.Auspichiamo quindi – conclude la nota di AGEDO TERNI – che si sia trattato esclusivamente di una svista o, a voler essere generosi/e, di una presupposizione (in virtù dell’art. 1, comma 20, legge citata).Sappiamo benissimo, però, che, per la capacità performativa propria del linguaggio, tutto ciò che non viene nominato non esiste: chiediamo quindi maggior rispetto e attenzione nella redazione degli atti da parte delle istituzioni regionali umbre.”