Michele Monachino, il patron dell’Elettrocarbonium, ha parlato all’assemblea-fiume che è durata sino alle diciotto; si è preoccupato di farsi vedere presente davanti ai “suoi” lavoratori, rilanciando le richieste verso la Sgl Carbon, dando l’idea di voler continuare l’iniziativa imprenditoriale narnese. Intanto i lavoratori hanno visto scongiurata la chiusura immediata, come era stato prospettato da qualcuno, anche se la fabbrica di qui a venerdì, giorno dell’ultimatum alla Sgl Carbon da parte di Monachino, di certo non lavorerà: l’aver fermato la linea comporterà ora un gran dispendio di energia per farla ripartire. Ma tant’è.
Al momento sembrano tutti avere le spalle al muro: sia Monachino che intende rilanciare per non perdere i soldi, pochi, che ha impegnato sulla società. Anche i lavoratori, perché al di là delle problematiche immediate sanno che non avranno alcuna altra possibilità d’occupazione in uno stabilimento di quella fatta; anche gli enti locali per la stessa maniera auspicano che qualcuno ceda in questo braccio di ferro, per essere così accreditati di un’azione positiva; le ditte appaltatrici che rischiano di non vedere più i soldi, lasciando sospesi dolorosi coi propri dipendenti, alcuni dei quali non prendono soldi da quattro mesi.
La stessa Sgl Carbon se rimanesse da sola in campo, sarebbe additata prima come quella che ha fatto affossare l’iniziativa, e poi chiamata ad una bonifica che potrebbe essere parecchio, parecchio complessa a cominciare dallo smantellamento della ciminiera, ora.
Chissà se il Governo ha ancora margine di trattativa: entrambe le parti, la Sgl Carbon e Monachino, fanno sempre riferimento al Ministero, anche se poi, per fatti di loro interesse, saltano a piè pari le riunioni convocate.
Questo è comunque il terz’ultimo atto. Il penultimo potrebbe essere l’accettazione da parte della Sgl Carbon delle richieste di Monachino, che non sono sembrate inconciliabili, e l’ultima, la ripresa della fabbrica. Se i due contendenti non troveranno accordi, la campana a morto suonerà venerdì.