Anche dagli operatori turistici della provincia di Terni sale il grido di allarme per lo stato di un settore – quello della ricettività alberghiera – che non ha mai chiuso per decreto, ma per il quale non si può certo parlare di ripartenza. Mentre l’extralberghiero deve ancora riaprire i “battenti”.
“Una situazione drammatica – sottolinea il presidente di Federalberghi Confcommercio della provincia di Terni Stefano Martucci – nella quale non si intravedono spiragli di ripresa, e per di più aggravata dalla inadeguatezza delle misure messe in campo a livello nazionale per fronteggiare una crisi che rischia di falcidiare decine e decine di imprese”.
Federalberghi ritiene infatti ancora insufficienti le misure del decreto rilancio e inefficace lo strumento dei voucher, che non immettono liquidità vera nelle imprese, quella liquidità di cui invece hanno disperatamente bisogno per riuscire a traghettare nel post emergenza.
“L’accesso al credito con gli strumenti previsti dal Governo – evidenzia ancora Martucci – si è dimostrato fin da subito un fallimento, tali e tanti sono i vincoli posti dalle banche nonostante la garanzia statale. Attività come gli alberghi, i cui fatturati molto più di altri settori sono stati falcidiati e continueranno ad esserlo dalle misure anti Covid, dagli ostacoli al movimento e dagli effetti psicologici determinati dalla pandemia, sono quelle che hanno le maggiori difficoltà ad ottenere finanziamenti. Occorrono dunque risorse a fondo perduto, il cosiddetto danno indiretto, al pari di quanto fatto in occasione degli eventi sismici. Rispetto ai provvedimenti del Governo molto meglio è il bando Re-Start della Regione Umbria, per quale probabilmente saranno necessarie ulteriori risorse data ad ora l’entità delle domande già presentate.
Un’altra criticità con la quale dobbiamo fare i conti è legata ai protocolli per la ripartenza, che sono inadeguati o lacunosi per molti aspetti, con incongruenze impossibili da gestire e che non si giustificano. Federalberghi Umbria sta premendo fortemente a livello regionale perché intervengano correttivi, ad esempio per quanto riguarda il divieto dei buffet, l’uso delle piscine, le regole di comportamento all’interno dell’hotel”.
Una tirata di orecchie Martucci la rivolge infine ai Comuni: “Stiamo ancora aspettando risposte concrete dai Comuni di Terni, Orvieto, Narni e gli altri del territorio circa la nostra richiesta di azzeramento di Imu, Tari e imposta di pubblicità. Non è accettabile che si continui a dire che il turismo è strategico per il nostro territorio e le nostre città e poi, nel momento dell’emergenza, i Comuni accampino i soliti problemi di bilancio da far quadrare e rifiutino di assumere decisioni certamente difficili da gestire, ma assolutamente necessarie per assicurare la sopravvivenza del tessuto economico. I nostri amministratori dovrebbero capire che se le imprese muoiono, gli introiti delle imposte non mancheranno per un anno, ma per sempre, e dovrebbero agire di conseguenza, facendo scelte coraggiose e lungimiranti. Vogliamo oggi più che mai meno affermazioni di principio sulle centralità del turismo nell’economia delle nostre città e più fatti