“In un momento cruciale per il nostro territorio, assistiamo all’ennesimo teatrino di una destra già impresentabile, che riesce a diventare ancora più impresentabile implorando addirittura il soccorso del Sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. L’accordo tra Alternativa Popolare e le forze di destra in Umbria segna un punto di non ritorno, dimostrando la disperazione di chi, pur di rimanere aggrappato al potere, è disposta ad abbracciare personaggi impresentabili. Soggetti chi hanno fatto della violenza verbale e fisica, degli insulti e delle querele il proprio marchio di fabbrica. Si sono spinti a fare accordi con quella politica muscolare che non ha esitato perfino a mettere fisicamente al muro anche alcuni esponenti del loro stesso schieramento. Dalle aggressioni e i pugni si è passati agli abbracci e alle strette di mano come se nulla fosse successo dentro e fuori il consiglio comunale di Terni”.
Lo sostiene in una nota Tommaso Bori, segretario regionale del Partito Democratico.
“Bandecchi – aggiunge Bori – il ‘campione di sputi’, non rappresenta i valori di rispetto e civiltà che la nostra comunità merita. La sua adesione alla candidatura Tesei non è altro che un tentativo di mascherare le debolezze politiche di un fronte che, anziché lavorare per il bene dell’Umbria, sembra concentrarsi esclusivamente sulla propria sopravvivenza”.
Secondo il portavoce delle minoranze in regione, Fabio Paparelli “Bandecchi getta la maschera dì pseudo centrista per accodarsi ad un’alleanza di destra che mette in chiaro questa realtà. È interessante chiedere cosa ne penseranno adesso i dirigenti locali del centrodestra che fino a ieri lo additavano e accusavano di alcune incivili nefandezze, tra sputi e grida, arrivando a chiedere la revoca della cittadinanza onoraria a suo tempo maldestramente concessa. Cosa ne pensano inoltre i membri della sua giunta che, ad ogni piè spinto rimarcavano la loro adesione da sinistra ad AP e perfino quegli elettori di centro-sinistra che, in buona fede, lo hanno votato al ballottaggio.
È inqualificabile il modo in cui oggi lo stesso Bandecchi, provando a giustificare questa scelta, ha dichiarato di non avere nulla in comune con il PD e la sua segretaria nazionale. Il suo agire in maniera becera, irrispettosa e muscolare è il solo modo che ha per provare a guadagnarsi spazio sui media. È pur vero che un sindaco che si permette di sputare e insultare cittadini e tifosi, non poteva trovare un’altra collocazione se non in quella di una destra completamente allo sbando.
Ma chi conosce i veri rapporti tra Bandecchi e gli esponenti della destra locale, segnati da un conflitto perenne in consiglio comunale, è legittimo che si domandino anche quali siano i veri motivi che hanno portato a questa alleanza: che di politico potrebbe avere davvero ben poco”.
Per Sinistra Italiana: “Si sono insultati, si sono denunciati, sono quasi arrivati alle mani nella casa comunale, hanno espresso gli uni dell’altro e viceversa i giudizi più irripetibili. Come se nulla fosse accaduto, ora hanno raggiunto un accordo.
Sono questi i comportamenti che minano alla base la credibilità della politica e alimentano, non senza fondamento, il diffuso disgusto per i partiti e per le istituzioni.
Le capriole e le giravolte di Bandecchi e del centrodestra non ci stupiscono. Dietro gli apparenti conflitti, c’era solo una messa in scena.
Come Sinistra Italiana non siamo mai caduti nel tranello del Bandecchi centrista o addirittura di sinistra e neanche del Bandecchi “contro Perugia”.
La sua candidatura era stata annunciata per difendere Terni dagli errori della giunta Tesei su sanità, sviluppo economico, piano rifiuti, trasporti e in questi giorni contro governo e regione su Ast.
Era tutto falso. Abbiamo sempre visto la contiguità di pensiero, l’affinità di vedute, la spregiudicatezza dei comportamenti che li accomunava.
Sembra più evidente, ora – conclude Sinistra Italiana – che Bandecchi abbia utilizzato Terni per inseguire interessi diversi che ben presto avremo modo di verificare”.
Secondo Azione: ” Allearsi perfino con Satana, questo devono essere stati i termini dell’accordo tra Alternativa Popolare e Giorgia Meloni per il centrodestra. Paura del voto è capitata di vederne nel corso della storia ma questa volta rimarrà memorabile. La presa in giro degli elettori di entrambe le parti, l’imbarazzo totale, completo, assoluto dei consiglieri comunali e dei membri di partito scavalcati da Roma, lo sconcerto e lo spaesamento di militanti e simpatizzanti che si ritrovano, dalla sera alla mattina, a camminare al fianco all’oggetto delle loro invettive.
La politica è affare complesso ma talvolta ci stupisce con la sua semplicità e mai come in questo caso non serve essere politologi per riconoscere in questa vicenda l’esempio dei due ubriachi che si appoggiano l’un l’altro per non cadere.
E non basteranno le tonnellate di chiacchiere che verranno scaricate addosso ai cittadini per cercare di indorare una pillola impossibile da ingerire per chiunque. Impossibile dimenticare le risse, gli insulti, la vergogna portata sul nome della città da quelle figure a cui sono affidate funzioni pubbliche e che, secondo la nostra costituzione (art. 54) “hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”; ma soprattutto impossibile dimenticare la dissonanza su tutti i temi dell’amministrazione pubblica dall’ospedale allo stadio-clinica. Non sarà questo un colpo di spugna che potrà far dimenticare le tribolazioni per le liste d’attesa, la fuga dei dirigenti dall’ospedale, lo stato delle strutture sanitarie”.