San Gemini è stato fonte di ispirazione per diverse opere che poi hanno reso celebre Antonio Canova nel panorama internazionale.
Lo racconta il libro “Canova – Le possessioni di San Gemini” presentato nei giorni scorsi nella Galleria degli Affreschi del Grand Hotel San Gemini.
Alla presentazione hanno preso parte Antonio Tacconi imprenditore a capo dell’omonimo gruppo, Luciana Iannaco curatrice dell’opera, Elena Santilli ricercatrice della Fondazione Fedrigoni Fabriano, Stefania Zeppieri restauratrice di beni culturali e l’assessore alla Cultura del Comune di San Gemini Federica Montagnoli.
Luciana Iannaco ha evidenziato il rapporto dello scultore con San Gemini, cominciato nel 1780.
“Dopo che Canova fu nominato ispettore delle Belle arti, arrivò a San Gemini. Il fratellastro di Canova, Giovanbattista Sartori, fu una figura cruciale nel rapporto tra l’artista e San Gemini. Proprio qui Canova viveva in un palazzo con cinquanta stanze che, quando lui e suo fratello erano a Roma, era sorvegliato dalle guardie del palazzo”.
Diversi gli aneddoti svelati durante la presentazione. Elena Santilli, riguardo alle lettere conservate nella Fondazione Fredigoni, ha confermato “ci sono circa trenta lettere di Canova, scambiate con il fondatore di Fredigoni, Pietro Miliani. Tra l’altro, lo scultore era anche un ottimo imprenditore: a Roma aveva una stamperia, perché stampava i suoi bozzetti e li vendeva anche all’estero. Con la carta da parati voleva arredare sia la sua casa che lo studio a Roma”.
Stefania Zeppieri ha invece svelato alcuni particolari del lavoro portato avanti nel Palazzo Canova: “All’interno abbiamo trovato un’enorme mappa, appesa al muro. L’abbiamo ripulita e messo in sicurezza gli strappi. La carta è olandese, nella parte superiore c’è l’intestazione di Canova, con indicazione di particelle, terreni e altro”.
Antonio Tacconi ha poi confermato l’importanza della valorizzazione delle ricchezze territoriali.
“Dopo le opere di Piero Gauli esposte qui, abbiamo collaborato alla realizzazione di questo volume su Antonio Canova. Se noi non conosciamo la storia dei luoghi dove viviamo, come facciamo a raccontarli ai nostri figli? Abbiamo pubblicato un libro nel 2009, che illumina sul rapporto tra Canova e San Gemini. Nel duecentesimo anno della morte dell’artista, siamo riusciti a ricordare Canova con quest’altra pubblicazione”.
Le opere di Canova sono esposte in vari musei, tra cui il museo Correr di Venezia; il Victoria and Albert Museum di Londra; il museo del Louvre di Parigi; il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo; alla National Gallery di Washington.