Nell’Umbria meridionale, nelle Terre di San Valentino, nel regno dei Borghi Verdi c’è Marmore, che non è solo Cascata.
Archeologia industriale en plein air situato lungo il sentiero n.5, si presenta come un museo a cielo aperto che riunisce sei grandi manufatti provenienti dalle centrali idroelettriche di Galleto e Narni: turbine delle tipologie Kaplan e Francis e distributori di flusso per turbine. Realizzato nell’ambito della prevista riqualificazione di tale sentiero della cascata delle Marmore, il parco potenzia il percorso didattico sugli impianti idroelettrici locali in parte già presente ai Campacci, fra le cisterne che servivano per la captazione delle acque che poi attraverso le condotte forzate venivano portate a valle per produrre l’energia elettrica necessaria a funzionare i tanti stabilimenti del ternano, acciaieria in primis. Ma la collocazione dei macchinari in questa zona ha una logica molto più evidente se si pensa che questa era proprio l’area dove veniva captata l’acqua e portata a valle attraverso delle condotte forzate e che oltre a questi enormi macchinari di acciaio (autoprodotti dalle acciaierie) sono presenti ancora le cisterne che servivano per la raccolta dell’acqua.
A tanta storia, natura, bellezza, opere di ingegneria, archeologia industriale, sarà affiancato un evento tradizionale, consolidato negli anni “Archeologia industriale e vernacolo: il dialetto delle nostre tradizioni” rassegna nazionale di teatro dialettale che si svolgerà dall’1 al 10 agosto al Belvedere superiore della Cascata delle Marmore, Parco Campacci (Libero Liberati), un’area suggestiva e di notevole valore paesistico dalle grotte speleologiche presenti nel sottosuolo e al lato di quelle acque che tanti poeti hanno incantato, in un connubio perfetto tra natura, arte e allegria, in una location che non è solo una cornice scenografica, ma è una vera e propria miniera di bellezza e magia. Si alterneranno le migliori compagnie teatrali amatoriali provenienti da tutta Italia che porteranno in scena commedie in vernacolo di autori contemporanei, autori noti, giovani talenti, traduzioni e adattamenti di capolavori teatrali.
Perché il vernacolo?
Perché il vernacolo riesce a rendere un’idea immediata di ciò che si vuol trasmettere e permette di arrivare con più immediatezza a suscitare emozioni e riflessioni nella gente. Consente di prendere spunto da situazioni comiche o buffe e affrontare temi importanti e molto seri sui quali riflettere con attenzione, consentendo a ciascuno di trarre le proprie considerazioni e conclusioni, è vicinissimo alla vita quotidiana della gente e rappresenta una diversità di esperienze e di culture. Usare il vernacolo non solo nella vita quotidiana, ma soprattutto come forma artistica negli scritti, nei testi teatrali, nella poesia, significa portarlo a conoscenza dei nostri figli, renderli possessori di una grande eredità: la nostra cultura. Perché è l’espressione di un popolo, è come una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi, persone e che restituisce fatti, episodi, luoghi, persone con profilo e identità precisi, ma soprattutto con un’anima. L’importanza del dialetto, sta nel fatto che è vicinissimo alla vita quotidiana e verace della gente e rappresenta una diversità di radici storiche, di culture, di esperienze umane che non deve andare perduta. Perché è un patrimonio culturale da tutelare. Valorizzarlosignifica farne apprezzare il legame intimo e particolare con il territorio, le capacità espressive, i contenuti comici, poetici, ironici. Renderlo testo teatrale significa continuare una tradizione che ha radici antichissime e un ruolo di rilievo nell’ambito delle arti performative italiane.
L’evento
La location unica per la sua naturale bellezza e facilità di accesso, rende l’evento fruibile a tutti e a tutte le fasce di età, famiglie intere, persone vulnerabili o in situazione di difficoltà o di disagio socio-economico. Idea innovativa per la Rassegna è stata la consapevolezza che, oggi più che in passato, ci troviamo di fronte a realtà teatrali che tenacemente tendono a qualificare lo spettatore, a metterlo al centro dell’idea stessa di teatro, a perseguire instancabilmente la sua formazione come soggetto attivo, partecipe, consapevole, critico, e per la prima volta completo: il teatro è un centro di cultura e non un contenitore vuoto, ma una casa abitata, oltretutto da persone speciali! Già in passato si è assistito all’instaurarsi di un legame diretto e profondo fra lo spettatore e il proprio teatro, così, anche il “programma di sala” è diventato uno strumento formativo. Per tutti gli spettacoli ci si ritrova un’ora nel pomeriggio e si informa sullo spettacolo, la scena, il contesto, le note di regia, si coinvolge il pubblico facendolo diventare partecipe di alcune scene. Poi alla sera, prima dello spettacolo, si consegnano i programmi di sala dove sono previsti, tra l’altro, anche i punteggi che il pubblico dovrà esprimere in merito alle attese, il gradimento ecc. Inoltre, in aggiunta al carattere culturale, storico e turistico va esaltata l’introduzione dell’utilità sociale, invitando una/due compagnie, i cui membri, anche se in minoranza, sono persone diversamente abili.
L’evento sta crescendo, giunto ormai alla sua ottava edizione nazionale, ha raccolto quest’anno ben 38 richieste di partecipazione da parte di Compagnie teatrali provenienti da tutta Italia (e anche più d’una proveniente dalla stessa città). In tutto saranno dieci le compagnie teatrali che si alterneranno sul palco.
Sono stati interessati, per l’ospitalità degli artisti e loro seguito, alberghi e B&B di Marmore e Piediluco, operatori commerciali attraverso convenzioni con alberghi, ristoratori locali, società di servizi per la promozione del territorio. Gli ospiti saranno anche accompagnati alla Cascata delle Marmore per far conoscere e apprezzare le bellezze di questa meravigliosa Umbria Meridionale.