Come superare la crisi politica che investe la città? L’ex assessore alla cultura, Giorgio Armillei, molto attivo sui social, ma anche nella realtà, basti ricordare il recente incontro di Azione Cattolica sul costo che proprio la politica fa pagare alla città https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/armilleipolitica-debole-la-citta-paga-un-costo-alto-406083
non ha dubbi: necessita una alleanza trasversale di “realisti” che fanno vedere le cose così come stanno, in grado di disporre di idee da mettere alla prova. “Realisti” – afferma Armillei – contro “governisti conservatori” e “populisti declinisti”.
IL POST DI GIORGIO ARMILLEI PUBBLICATO SUL SUO PROFILO FACEBOOK
Sentiamo dire spesso che i ceti dirigenti della città non colgono l’intensità delle difficoltà di Terni, il suo stallo, il suo ripiegamento, molti dicono il suo declino. Sentiamo dire altrettanto spesso che si tratta di una disattenzione grave, segno di grande debolezza. E dopo le notizie di oggi non smetteremo certo di sentirlo dire.
Siamo però sicuri che si tratti di debolezza? Nelle organizzazioni sociali i successi o gli insuccessi dei singoli e dell’organizzazione nel suo insieme non vanno di pari passo. Le traiettorie dei singoli possono essere soddisfacenti anche quando quelle dell’organizzazione mostrano crepe. L’orizzonte temporale può essere diverso: se sono interessato solo al breve periodo quello che succede a Terni nel medio lungo periodo non entra nel mio calcolo. Se gestisco un partito in franchising quello che mi sta realmente a cuore sono i miei successi. Del resto posso anche disinteressarmi.
Un ulteriore spunto tuttavia ci può venire dall’uso dei concetti di due economisti francesi. Si può così aggiungere un secondo pezzo al ragionamento: non sempre questi ceti vedono i segni del declino e si girano dall’altra parte in virtù dei loro obiettivi personali. In realtà in ragione di loro precedenti esperienze e soprattutto per difendere i loro interessi e le loro convinzioni, hanno incorporato un sistema di atteggiamenti che gli impedisce di vedere. Hanno tolto gli occhiali e quei segni non li vedono proprio. Seguiamo Bénabou e Tirole.
I comportamenti diretti a realizzare questa sorta di auto protezione sono di molti tipi ma possono essere raggruppati in tre aree. Quella dell’ignoranza strategica: evito le informazioni che possono sottoporre a stress la mia rappresentazione della realtà. Non faccio i conti con loro, semplicemente le ignoro. La seconda è la negazione della realtà: non aggiorno la mia rappresentazione della realtà con le informazioni sgradevoli. O meglio in verità percepisco i segnali di allarme ma penso che le cose non stiano messe poi così male: posso dunque ancora distorcerli e convertirli in modo da non cambiare il mio quadro di riferimento. La terza è quella degli indicatori immaginari: fabbrico una rappresentazione delle cose con la quale poi confermo la validità dei miei comportamenti rispetto alla realtà dei fatti così rappresentata.
Ignoranza strategica, negazione della realtà e indicatori immaginari sono niente altro che comportamenti difensivi di chi fa fatica ad accettare le sfide. In questo senso conservatorismo governista e populismo declinista del ceto dirigente della città fanno parte tutti della stessa famiglia: ci si impedisce di vedere le cose come stanno. Terni ha bisogno di un’alleanza trasversale dei realisti, fatta di chi si fa sfidare dagli eventi, di chi risponde non negandoli ma preparando scenari diversi, di chi mostra la tranquilla sicurezza di disporre di idee da mettere alla prova.
Un’alleanza trasversale dei realisti come cura alla “politica sedativo” di conservatori e populisti.
Difficile ma possibile.