“Abbiamo fatto il punto sulla vertenza e abbiamo predisposto un cronoprogramma che ci porterà entro il mese di febbraio a firmare l’accordo di programma con l’azienda, la Regione e il ministero dell’Ambiente per il piano di rilancio di Terni”.
Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso dopo l’incontro con i sindacati sul rilancio dell’acciaieria.
“Lavoriamo con il ministero dell’ambiente per utilizzare delle risorse dell’Ambiente per Terni. E con l’azienda e la Regione per il costo di approvvigionamento dell’energia. Per questo fondamentale sarà la gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica da sempre servente dello stabilimento di Terni. Gara che avverrà nel 2029” ha concluso il ministro Urso.
Alla riunione, presieduta dal ministro Adolfo Urso con il sottosegretario con delega alle crisi industriali, Fausta Bergamotto, hanno partecipato i massimi livelli del ministero, tra cui il capo dipartimento per le Imprese del Mimit, Amedeo Teti e il capo della segreteria tecnica del ministro, Marco Calabrò. Presenti, inoltre, il neo assessore regionale allo sviluppo economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti, il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, i rappresentanti di Arvedi e le organizzazioni sindacali.
Nel corso del mese di gennaio si terrà il tavolo tecnico per definire il quadro delle agevolazioni a sostegno dell’investimento siderurgico nel rispetto delle regole europee.
Un secondo ambito di intervento, in formato multilaterale tra Mimit, l’azienda, la Regione Umbria e il Comune di Terni, è collegato all’approvvigionamento energetico, in relazione alla gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica di Terni che avverrà nel 2029 e su cui la Regione dovrà fornire i suoi intendimenti.
L’obiettivo, sottolineato da Urso, è convocare per febbraio un tavolo conclusivo per la sottoscrizione dell’accordo di programma.
LE REAZIONI SINDACALI
Come Fiom non registriamo passi in avanti, anzi una riduzione degli investimenti pubblici e privati dovuta al rinvio della produzione di acciaio
magnetico. Inoltre, c’è una stretta sull’arco temporale per la soluzione del costo dell’energia, nella fase transitoria, che sarà possibile eventualmente solo per gli anni 2027-2028″.
È quanto dichiarano in una nota a margine dell’incontro Loris Scarpa responsabile siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale e Alessandro Rampiconi segretario generale Fiom-Cgil Terni.
Per la Fiom, “l’area a caldo deve rimanere centrale nelle produzioni di Terni e nei piani di sviluppo dell’intero ciclo integrato senza alcun impatto occupazionale – aggiungono – visto che ad oggi gli impianti non sono saturi e comunque non va incrementata l’importazione di bramme oltre l’attuale 10%. In merito al fantomatico accordo di programma – che non vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali – chiediamo che gli impegni istituzionali e aziendali siano garantiti a prescindere. Il Governo ha preso l’impegno di trovare delle soluzioni temporanee, in sinergia con Regione Umbria e azienda, entro il 20 gennaio 2025. Pertanto, considerata la permanenza di tutte le criticità iniziali, ribadiamo che nello stabilimento ternano continua a rimanere in atto lo stato di agitazione dei lavoratori”.
“L’incontro di questa mattina al Mimit è stato semplicemente paradossale – a giudizio della UILM – con i diversi soggetti istituzionali che hanno fatto dichiarazioni ambigue e senza assunzioni di responsabilità effettive sul tema del costo dell’energia posto da Arvedi. La delusione da parte nostra sull’incontro di oggi è stata pesante rispetto alle nostre aspettative di poter verificare la concretizzazione dell’accordo di programma. Siamo preoccupati sul protrarsi dello stato di incertezza sulla competitività di Ast che potrebbe scaricarsi sui lavoratori che in questi anni hanno già subito la disastrosa precedente gestione dì Thyssenkrupp”.
È quanto hanno dichiarato Guglielmo Gambardella, Segretario nazionale Uilm e responsabile settore siderurgico, e Simone Lucchetti, Segretario Uilm Terni.
“Un risultato lo abbiamo però ottenuto grazie alle nostre sollecitazioni – sottolineano – ed è quello di aver strappato al ministro Urso l’impegno a concludere l’iter dell’Accordo di programma entro il prossimo mese di febbraio. Nel frattempo le istituzioni regionale e nazionale verificheranno la possibilità di trovare, entro il 20gennaio, una soluzione transitoria, almeno biennale, per ridurre l’impatto del costo del costo dell’energia, compatibilmente con le normative per gli aiuti di stato”.
Per la FISMIC, “profonda delusione” è stata espressa dal segretario Giovacchino Olimpieri. “”Le istituzioni e il Governo hanno dimostrato ancora una volta la lentezza nell’affrontare le questioni fondamentali che mettono a rischio il futuro dell’AST e dei suoi lavoratori – ha dichiarato Olimpieri – Ci aspettavamo risposte chiare, ma ci siamo trovati di fronte a un altro buco nell’acqua. Non è accettabile continuare a temporeggiare, mentre le criticità, soprattutto quelle legate ai costi energetici, diventano sempre più insostenibili. La Fismic Confsal – ha aggiunto – ribadisce che non è più possibile andare avanti senza un piano chiaro e concreto. Serve una strategia per garantire la sostenibilità produttiva di AST e la salvaguardia dei posti di lavoro. Le promesse non bastano più. Auspichiamo che l’incontro previsto per febbraio sia più produttivo e concreto.”