La regione dell’Umbria si confronta con due associazione disabili nazionali e non ascolta le famiglie e quelle associazioni indipendenti che si impegnano sul territorio. E’ questa la contestazione che muovono alla massima istituzione regionale un gruppo di associazioni: Insieme per te , Aucla, Associazione Volare insieme , Afad, associazione Auret, Associazione Comitato Montinari Umbria, Dimensione autismo.
La regione ha elaborato delle linee guida, sulla determinazione della vita indipendente del disabile, che non sono piaciute.
In particolare si contesta la figura del “consulente alla pari”, per il quale non si richiede alcuna specializzazione. Eppure, fanno notare le associazioni indipendenti, il suo ruolo riveste grande responsabilità, che, se non esercitata con competenza, potrebbe arrecare gravi danni.
Inoltre proprio le figure del “consulente alla pari” e delle AVI (agenzie vita indipendente) , in altre regioni, non sono inserite nella procedura pubblica necessaria per richiedere e attivare i progetti di assistenza personale autogestita.
Secondo queste associazioni con tali strumenti si “restringe sempre più” la libertà di scelta. E aggiungono:”AVEVAMO TANTO SPERATO SU QUESTO NUOVO APPROCCIO CHE CONSIDERA LA PERSONA CON DISABILITA’ “AL CENTRO” E GARANTISCE A LEI LA POSSIBILITA’ DI SCEGLIERE AL PARI DEGLI ALTRI, IN COMPLETA LIBERTA’ CON IL
SUPPORTO DELLE STRUTTURE PREPOSTE (UVM,ASSISTENTE SOCIALE,FAMIGLIA,SPECIALISTI), A CHI AFFIDARE LA PREDISPOSIZIONE DEL PROPRIO PROGETTO DI VITA.”
Così, a quanto pare, non sarà. Pertanto “cercheremo di ostacolare – concludono le associazioni disabili – tutte quelle linee e condotte che impongono altre strade, finalizzate verso altri obbiettivi. Auspichiamo che la Regione dell’Umbria prenda ad esempio altre regioni e lasci i cattivi consiglieri”.