“Cos’altro deve accadere affinché i responsabili di Thyssen paghino per il disastro ambientale in corso da anni?”.
E’ quello che chiedono il senatore Stefano Lucidi e il consigliere regionale, Andrea Liberati, del Movimento 5 Stelle.
“Oggi – aggiungono Lucidi e Liberati – apprendiamo notizie ancor più sconvolgenti, le più gravi di sempre relative al cromo esavalente nelle acque sotterranee di Terni. Ebbene, stando alle ultime analisi, altri sei pozzi sui sette verificati risultano contaminati dallo stesso elemento, con una nutrita serie di velenosi metalli pesanti aggiuntivi. E non è certo la prima volta che questo dato emerge dai campioni collocati nell’area stabilimenti-discariche.
Un prelievo, tra gli altri, presenta un tenore di cromo pari a 1.200 volte il limite; un tasso di ferro oltre 1.950 volte la soglia; un tasso di nichel superiore a 225 volte, per non tacere di manganese, arsenico e fluoruri”
“Ci risulta che la Procura locale sia stata ampiamente e ripetutamente informata di questi e altri fatti, da vari organismi, ma nulla sembra muoversi in concreto. A questo punto – sottolineano Lucidi e Liberati – siamo costretti non solo a rivolgerci altrove, ma a operare sul piano politico nazionale, con contatti diretti in seno al Governo, vista l’emergenza in corso. Tenendo in conto, peraltro, il fatto che ARPA Umbria ha trasmesso questi dati sconvolgenti anche alla ASL anche ai fini della valutazione del rischio sanitario dei lavoratori del sito”.
“A questo punto – concludono i due esponenti del Movimento 5 Stelle – la multinazionale Thyssen, con i suoi fatturati miliardari in giro per il mondo, con i suoi € 100 milioni di utili ricavati proprio a Terni, non avrà certo problemi nell’elargire il più esteso ristoro economico a un territorio da tempo martoriato, risarcimenti che un pool di avvocati presto comunque reclamerà anche sulla scorta dell’incisivo modello offerto dall’attivista americana Erin Brockovich”