La redazione della testata sportiva News.Superscommesse.it ha parlato con l’allenatore Roberto Breda. Tanti i temi trattati in quest’intervista, dall’eliminazione dell’Italia a Euro 2024, alla Serie B. In questo estratto la parte riguardante l’esperienza a Terni e i progetti.
Dopo una stagione come quella appena vissuta, con la salvezza miracolo sfiorata con la Ternana, sorprende vederla senza una panchina, anche perché in carriera ha quasi sempre raggiunto gli obiettivi prefissati. Qual è il “problema”? Breda non è un allenatore “glamour”? Protesta troppo poco in panchina?
“Una risposta purtroppo non ce l’ho. Anche quando mi confronto con il mio staff capita di chiedersi cosa sbagliamo. A Terni abbiamo fatto un lavoro importante, quando siamo subentrati la squadra era ultima e con i punti raccolti avremmo chiuso al 7° posto. Evidentemente mi hanno battezzato come ‘uno che subentra’… Non sono uno che si piange addosso, cerco sempre di analizzare ogni situazione nei dettagli per capire dove posso migliorare magari per cercare di meritare un progetto dall’inizio. (…) Se mi guardo indietro i rimpianti ci sono. Penso al Perugia dove non fui confermato nonostante avessimo centrato i playoff. O ad Ascoli, dove siamo andati a cinque minuti dal giocare la post season”.
La sua Ternana è andata ad un passo dalla salvezza, che sarebbe stata un’impresa considerando che l’età media era la più bassa della categoria e che la rosa è stata ulteriormente indebolita a gennaio. Avete vinto a Cremona e Palermo e avete dominato l’andata del playout contro il Bari. Si può parlare di rimpianti, pensando magari alle partite contro Ascoli e Südtirol, o lottare alla pari con squadre come Bari e Spezia può già essere considerato un successo?
“Accettare l’epilogo dell’ultima stagione è davvero difficile. Sono stati decisivi i particolari. Purtroppo, quello che doveva andare storto è andato storto. Penso alle due partite con lo Spezia e in particolare a quella del ritorno, con la vittoria sfumata a sette secondi dalla fine. Poi ai tanti infortuni, come quelli di Sgarbi, Capuano e Iannarilli. (…) Dispiace perché con la salvezza si sarebbe potuto dare continuità al progetto e magari anche creare un modello. La base c’era, con sei-sette titolari classe 2004. E con chi subentrava si arrivava a 10. Grazie alla società era nato un bel progetto. Lo sport purtroppo è questo, non resta che cercare di trasformare la delusione in rabbia e determinazione per una nuova avventura. Speravo ce ne fosse una nuova quest’anno dall’inizio, ma dovrà aspettare ancora”.
“Accettare l’epilogo dell’ultima stagione è davvero difficile. Sono stati decisivi i particolari. Purtroppo, quello che doveva andare storto è andato storto. Penso alle due partite con lo Spezia e in particolare a quella del ritorno, con la vittoria sfumata a sette secondi dalla fine. Poi ai tanti infortuni, come quelli di Sgarbi, Capuano e Iannarilli. (…) Dispiace perché con la salvezza si sarebbe potuto dare continuità al progetto e magari anche creare un modello. La base c’era, con sei-sette titolari classe 2004. E con chi subentrava si arrivava a 10. Grazie alla società era nato un bel progetto. Lo sport purtroppo è questo, non resta che cercare di trasformare la delusione in rabbia e determinazione per una nuova avventura. Speravo ce ne fosse una nuova quest’anno dall’inizio, ma dovrà aspettare ancora”.