DI GIANNI FERRI BONTEMPI, METEO CENTRO ITALIA
Ci stiamo per mettere alle spalle un ottobre a dir poco anomalo, all’interno del quale non solo non si sono avute precipitazioni degne di nota, fatto salvo qualche passaggio instabile che ha interessato debolmente il nord Italia ma le temperature si sono rivelate nettamente al di sopra dei valori medi stagionali.
Qualcuno direbbe poco male, vista la crisi energetica in atto, e forse da un certo punto di vista potrebbe avere anche ragione, se non fosse che questa ‘crisi climatica’ fa sempre più paura, è sempre più presente e ci sta consegnando, anno dopo anno, a un progressivo inaridimento.
Come mai?
La risposta è complessa e non ci è possibile affrontarla in questo editoriale, ma il punto è che ormai si è innescato un vero e proprio circolo vizioso. L’aumento dei gas serra in atmosfera ha portato a un incremento dell’energia termica trattenuta dal nostro Pianeta che gradualmente ha permesso alle temperature di aumentare, generando, di conseguenza, un incremento nello scioglimento dei ghiacci (montuosi e polari) e, dulcis in fundo, una diminuzione dell’effetto albedo (in parole povere si tratta della capacità di neve e ghiacci, essendo di colore bianco, di riflettere totalmente, o quasi, la radiazione elettromagnetica proveniente dal Sole). La presenza, quindi, di maggior calore nell’atmosfera determina poi una continua necessità, da parte della Terra, di smaltirlo aumentando la portata e la frequenza degli scambi di energia fra Equatore e Poli.
Proprio per questo le fasce di alta pressione si trovano spostate più a nord rispetto alla norma, come accaduto nel mese di ottobre, consegnando, nel nostro caso l’Europa centrale tutta, a caldo anomalo e assenza di precipitazioni.
Ad ogni modo, avevamo iniziato l’articolo dicendo che ci sono buone notizie ed infatti è così, finalmente l’alta pressione nord africana sta perdendo vigore e anche se garantirà ancora per 3/4 giorni tempo stabile e temperature miti, dalla metà della prossima settimana dovremmo assistere a un lento declino termico.
Nella mappa sovrastante (fig. 1) potete ancora notare la presenza di questo vasto centro di alta pressione sull’Italia e sull’Europa, il quale sta segnando profondamente il nostro clima con anomalie termiche anche di 10 gradi al di sopra della media stagionale (addirittura +12 gradi sull’Est Europa, fig. 2).
Fig. 2
Intorno al 2 novembre le cose inizieranno gradualmente a smuoversi, con l’alta pressione che inizierà a mostrarsi, e adesso lo vedremo insieme nella figura 3, molto più debole e soggetta a possibili ingressi instabili da nord.
Fig. 3
Come potete notare, rispetto all’immagine precedente, l’alta pressione risulta in regressione verso sud, mentre nel bel mezzo dell’Atlantico sembra aprirsi la possibilità di un incremento dei geopotenziali (quindi della pressione), con una possibile ondulazione instabile sulla nostra penisola intorno al weekend del 4-6 novembre. Nell’immagine successiva andiamo a vedere proprio questa possibilità disegnata dai modelli, in questo caso dal modello inglese ECMWF.
Fig. 4
Nell’immagine si nota una possibile ondulazione della corrente a getto, seppur strozzata e non netta, che potrebbe portare alla formazione di instabilità e di un minimo depressionario sull’Italia intorno al 5-6 novembre.
Ovviamente si tratta di mere ipotesi, che andranno confermate giorno per giorno dai fatti in quanto la distanza temporale è ancora siderale e perciò tutto può ancora succedere. Ci auguriamo però che questa configurazione possa andare in porto, anche per dare un po’ di respiro a questo autunno che finora, di autunno, non ha avuto nemmeno il vago sapore.