Il ‘Museo dell’Opera di Guido Calori’ di San Gemini ospiterà, da sabato 18 settembre alle ore 12, la mostra intitolata ‘Calori inedito’ che si compone di una serie di bozzetti, dipinti, sculture e ceramiche dell’artista romano, mai esposti prima d’ora. Sarà un modo per scoprire il volto poliedrico di Guido Calori che nell’arco di mezzo secolo di carriera ha saputo destreggiarsi, con egual successo, fra le varie arti. Fra i soggetti rappresentati, alcuni dei quali a lui molto cari, figurano il nudo, il ritratto, il lavoro, il mondo della maschera. Una delle principali curiosità della mostra, in linea con le continue scoperte che hanno caratterizzato la produzione di un artista intenso e anche per questo affascinante, sono senz’altro le cornici ‘guilloché’ utilizzate a partire da un’opera che sarà esposta per la prima volta: un olio su tela che raffigura una scena in taverna, di genere olandese. Si tratta di cornici prestate dalla collezione privata di Peter Ratti Fine Art, in legno ebanizzato e in parte arricchite da porzioni in finta radica, che traggono spunto dalla bellezza del mondo naturale – come le linee delle conchiglie – e sono collocate fra l’ultimo quarto dell’800 ed il primo del ‘900. La tecnica ‘guilloché’ si pensa sia nata in Germania alla fine del XV secolo per essere poi ripresa in Olanda – da qui la scena ritratta da Guido Calori – e nell’area fiamminga. Dal mondo dell’oreficeria, la tecnica è poi ‘transitata’ in quello dell’ebanisteria, fino ai giorni nostri e alla mostra di Guido Calori, per la quale il prestito di tali cornici d’arte ha rappresentato il ‘motore’, la spinta verso l’organizzazione dell’evento, oltre a costituire una proposta del tutto inedita che affascinerà il visitatore. Prima del vernissage della mostra – che resterà aperta fino al prossimo 17 ottobre, con ingresso gratuito – verrà presentato al pubblico il libro intitolato ‘Guido Calori: autobiografia postuma’ (Silvana Edizioni).