E’ tra le rievocazioni più antiche non solo dell’Umbria, ma di tutta la penisola. Lo dicono i documenti ricavati dagli studiosi di storia locale. Si hanno infatti notizie delle prime edizioni della festa di San Pancrazio a Calvi dell’Umbria datate 1600. Da allora la cittadina situata alle pendici del monte intitolato al Patrono, non ha mai smesso di venerare il giovane martire. Lo fa attraverso rievocazioni che hanno inizio l’11 e terminano il 14 maggio. Tanti riti e cerimonie che hanno come protagonista San Pancrazio, rappresentato dai 4 “Signorini” a cavallo e dai quattro “Stendardi”: i primi sono dei giovinetti vestiti da soldato romano che impersonano San Pancrazio martirizzato all’età di 14 anni, mentre i secondi sono dei grandi gonfaloni di seta su cui è dipinta l’immagine del Santo che vengono sorretti dai “Gonfalonieri”, gli altri protagonisti della festa. La manifestazione ha anche un significato politico ed economico, oltre a quello religioso. Ancora oggi, infatti, celebra il possesso da parte della comunità calvese della cima del Monte Rosaro, ora Monte San Pancrazio, conteso con il vicino castello di Poggio di Mezzo, oggi Poggio di Otricoli. Le lotte tra i due castelli cessarono nel 1456, con un arbitrato nel quale furono tracciati i confini territoriali tra i due castelli: da allora ogni anno il 12 maggio, per rammentare l’accordo preso, a poche centinaia di metri dalla cima della montagna si svolge una simbolica “Revisione dei confini” tra i rappresentanti dei Comuni di Calvi ed Otricoli alla presenza dei rappresentanti degli altri comuni confinanti sulla montagna: Configni, Lugnola e Stroncone. Originariamente vi era un solo stendardo di colore rosso, a cui venne affiancato un altro di colore bianco, concesso agli abitanti della Costa, cioè a coloro che erano fuggiti dai castelli di Striano ed Altaino e che si erano stabiliti nella periferia del paese. Con il tempo sono diventati quattro, a rappresentare ognuno una delle parrocchie in cui era diviso il centro storico del paese. Quando le parrocchie sono state unificate in quella di Santa Maria Assunta e San Valentino, gli “Stendardi” sono rimasti ad identificare le quattro Contrade, ovvero i quattro rioni in cui è diviso l’intero territorio comunale. Sono oltre cento i figuranti che compongono il corteo storico della festa calvese, oltre al gruppo degli sbandieratori e dei musici locali. Un corteo importante, dunque, molto apprezzato non solo dagli abitanti del posto, ma anche dai visitatori che ogni anno gremiscono il centro di Calvi per assistere alle rievocazioni. I festeggiamenti avranno inizio nel pomeriggio di giovedi 11 maggio con tutta una serie di rievocazioni. Tra le più importanti c’è l’incontro delle quattro Contrade che si svolge in località “Casone”, all’ingresso della cittadina, quindi l’Investitura dei Reggenti, cioè il simbolico passaggio dei poteri ai “Connestabili” con la consegna delle chiavi del paese alle Dame e la “Vestizione”, cioè la consegna ai Gonfalonieri da parte delle Autorità Civili degli “Stendardi”. E’ questa una delle rievocazioni più suggestive che si svolge intorno alle dieci di sera in una piazza Mazzini illuminata dalle sole fiaccole e che esplode di luce, suoni e colori non appena il sindaco pronuncia il suo rituale discorso. Tra le due cerimonie si svolge la tradizionale visita alle “Tavolate” preparate dalle famiglie dei “Signorini” e dei “Gonfalonieri”, in ricordo dell’obbligo dei “festaroli” di offrire nei giorni di festa cibi e bevande a tutta la popolazione. Il 12 maggio è il giorno dedicato alla rievocazione delle controversie per il possesso del Monte San Pancrazio. Dopo la Messa in piazza, detta “del Signorino” e celebrata dal vescovo, il primo Signorino ed il primo Gonfaloniere partono per il Monte, dove verranno celebrate altre rievocazioni e liturgie. Da qui faranno ritorno al paese solo nel pomeriggio dove ad attenderli ci sono gli altri “Signorini” e “Gonfalonieri”, rimasti simbolicamente a difesa del Castello. I due gruppi daranno vita ad un altro “Incontro”, anche questo fatto tutto “di corsa”. Rientrato in paese il corteo si prepara a fare da cornice al “Battaglione”, un caratteristico carosello dei “Signorini” a cavallo intorno ai “Gonfalonieri” posizionati al centro della piazza, che costituisce il ringraziamento verso il Patrono per aver fatto tornare incolumi dal Monte coloro che erano partiti. Il 13 maggio la festa è tutta religiosa, con al mattino la Messa solenne e la Processione con la reliquia del “Braccio” di San Pancrazio per le vie del paese a cui partecipa tutto il corteo storico. Nel pomeriggio si svolge invece la “Riposizione degli Stendardi”, con la piegatura dei drappi e della ‘fettuccia’ bianca e rossa con cui erano legati all’asta che li sosteneva. La festa si chiude il 14 maggio, detto il “Giorno dei conti”, con la Messa con liturgia funebre in onore dei caduti della storica “zuffa” avvenuta tanto tempo fa per il possesso del Monte e con la riconsegna degli Stendardi alle Autorità Civili.