Venerdì scorso, 17 luglio, all’indomani del suo 48° compleanno, il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, uno dei pochi sindaci rimasti al PD nelle grandi città dell’Umbria, ha diffuso una lettera aperta indirizzata proprio al suo partito. Una lettera molto severa in cui elenca, a suo giudizio, quali sono i mali del partito e le casue che hanno provocato “l’asfaltata” alle regionali.
DE REBOTTI BOCCIA IL PD:NON ESISTE PIU’, BISOGNA TRACCIARE UNA RIGA E RICOSTRUIRE LA SINISTRA
DAL BLOG NARNI IN UMBRIA
Francesco De Rebotti alla scalata del Partito Democratico o di quello che ne è rimasto? Nei giorni scorsi ha fatto conoscere le proprie posizioni politiche con una lettera pubblica, usata per formulare critiche sul come è diventato il PD in Umbria. E’ sembrato un intervento di un leader, una posizione che ha maturato man mano che passava il tempo, quale capo dei comuni dell’Umbria, dell’Anci, un’organizzazione che non ha mai avuto un vero potere, l’Anci, ma almeno in Umbria, De Rebotti è riuscito a darle una vernice interessante, abbattendo molti steccati e poi tirandosi fuori da polemiche interne. D’altra parte era stata fondata dai comunisti per fare un contrappeso, negli Anni Sessanta e Cinquanta, allo strapotere della Democrazia Cristiana che comandava tutti i comuni tranne che nelle tre regioni “rosse”.
Non è chiaro ancora, ma forse non lo sarà per molto tempo, con chi e come De Rebotti vorrà fare il pezzo di strada politica della rigenerazione: buttare a mare le proprie radici non è mai un bel viatico anche se l’unico possibile. Sarà segretario regionale? Magari anche parlamentare alle prossime elezioni? L’impressione è quella che voglia correre per le due cariche, partendo dal PD o di come vorrà chiamare la forza politica che ha in mente. La critica è chiara però manca l’autocritica: De Rebotti non è stata figura marginale nelle scelte amministrative, nel partito, nella gestione del potere in questa parte di Regione e non solo; non vi sono nemmeno aperture alla grande platea degli esponenti politici anch’essi nella fase del ripensamento. Lui vorrebbe vincere col PD e solo con esso, dimenticandosi, sempre sembra, dei socialisti, dell’area di Rifondazione, da cui proviene, di quella della protesta, dei Cinque Stelle e di molti altri della “sinistra” largamente intesa, che è la maggioranza. Inoltre da soli non si va da nessuna parte.
Comunque sia, il ravvedimento è sempre una bella cosa: nella chiesa cattolica è la pietra d’angolo da duemila anni. La lettera, è stata guardata con una qualche curiosità, non di più, conoscendo il mondo di provenienza del sindaco De Rebotti, che si ammanta spesso del trasformismo: nel PD una volta sono stati tutti di Bersani, poi tutti di Renzi, infine tutti di Zingaretti. Ora si aspettano gesti concreti altrimenti la lettera sarà classificata come un bel gioco mentale, (in Francia sostituirebbero “sega” a gioco), di una giornata d’estate, tanto per fare qualcosa. Intanto c’è da leggere la gradevolissima lettera perché, si sa, quando il sindaco De Rebotti parla o scrive lo fa benissimo.