DI MASSIMO PROIETTI
Sulla questione del rientro in Consiglio Comunale del Dott. Raffaello Federighi, prendiamo atto del parere espresso, dal Ministero dell’Interno, sollecitato dalle richieste del Presidente Ferranti.
Mentre non ci stupiamo della metodica diffusione di tali notizie, in assenza di qualsiasi contraddittorio argomentativo, osserviamo che esso è appunto un parere, autorevole certamente, ma espressione di un’opinione soggettiva, sicuramente non vincolante.
In realtà, nel settembre 2018, il Dott. Federighi è stato estromesso come Consigliere, mediante una specifica votazione del Consiglio Comunale, interpretando una segnalazione della Prefettura di Terni. Questo è, in effetti, il punto nodale: il Consiglio Comunale decise sulla base della segnalazione e lo fece in virtù di una procedura comunque discutibile stante l’omissione di qualsiasi notificazione al Dott. Federighi, privato così di ogni possibile difesa, mediante delucidazioni che avrebbero dovuto essere valutate dalla Commissione di Garanzia prima e dal Consiglio Comunale poi.
Da quella data sono intervenuti ulteriori fatti nuovi e dirimenti, a seguito di decisioni nette da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Trattandosi di una delicata questione attinente alla democrazia elettiva, un argomento assolutamente “super partes”, giudichiamo con severità semplificazioni argomentative di ogni genere.
Ai sensi della Legge 241/90, art. 21 quinquies, che recita “per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto, non prevedibile al momento dell’adozione del provvedimento, esso può essere revocato da parte dell’organo che lo ha emanato La revoca provoca l’inidoneità del provvedimento revocato a produrre ulteriore effetti”, abbiamo chiesto che il Consiglio Comunale, unico ente legittimato a valutare e decidere, venga convocato d’urgenza al fine di decidere sulla questione, senza ulteriori dannosi ritardi, in ordine alla proclamazione di Raffaello Federighi Consigliere Comunale.
Nelle forme di legge si procederà quindi in questa direzione.
IERI LA RISPOSTA DEL MINISTERO DELL’INTERNO AL SEGRETARIO GENERALE DEL COMUNE DI TERNI