L’emblema della Ternana di ieri è quel fermo immagine di Fabrizio Paghera aggrappato alla recinzione dello stadio: una prova di forza e di grande gioia. La Ternana ieri, ha dato l’ennesima prova di forza dimostrando di essere di una categoria superiore rispetto al Catanzaro, peraltro pieno zeppo di ex e di essere un gruppo coeso, lo si vede quando segna, cosa succede in panchina e in campo, che poi è quasi la stessa cosa visto che la panchina finisce quasi tutta in campo. E poi, diciamolo, la Ternana gioca bene e che voleva vincere a Catanzaro lo si era capito fin dai primi minuti. Poi commette degli errori ma, il più delle volte, sa riparare. Questo per dire che non è colpa sua se la Reggina va a mille.
Vittoria maturata nel finale con il gol ispirato da Defendi il cui diagonale è finito sul palo e poi sul corpo di Martinelli che lo ha spinto in rete e con il contropiede finalizzato magnificamente da Paghera. In precedenza c’erano stati: il gol del momentaneo vantaggio di Palumbo , il miracolo di Andrea Tozzo che aveva respinto il rigore di Kanoute, causato da una uscita sciagurata dello stesso portiere; il pareggio di Celiento solo davanti alla porta con Tozzo chissà dove e il miracolo, sull’altro fronte, dell’ex Di Gennaro che si immolava su una giocata di Marilungo. Una grande Ternana. Tutto questo sta nella sintesi.
LA SINTESI DI CATANZARO-TERNANA
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