Diventa argomento di polemica politica una delibera di giunta che , di fatto, sottrae alla Azienda Servizi Municipalizzati di Terni la gestione dell’illuminazione pubblica . La delibera è la nr79 del 20 aprile 2016 che potete leggere qui
http://www.comune.terni.it/portaldata/UserFiles/Atto/2016/04/076%2020.04.2016.pdf
Secondo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi si sottrae “all’ASM un caposaldo storico di quei servizi di interesse generale attualmente gestiti dalla Società, ovvero la pubblica illuminazione cittadina”.
Cecconi presenta una interrogazione urgente in cui domanda:”quali forme di pubblicità, di manifestazione d’interesse da parte dell’Ente, quali forme di evidenza pubblica sono state promosse, per legittimare una procedura finalizzata all’individuazione di un soggetto terzo, ovvero un gestore privato?” Al Comune di Terni, infatti, sono arrivate solo due proposte, una di ASM euna di RTI SIRAM-ENERSTREET di questa ultima, maliziosamente, Cecconi fa notare che ne fanno parte personaggi come “l’ex sindaco di Narni Bigaroni, imprenditori locali di chiara fama vicini al PD come Piacenti della All Food, Gillocchi della Edil Gubbiotti o Giovannini di Genera, nonché ex segretari provinciali del Partito Democratico già consiglieri provinciali come Montagnoli.” Insomma, sostiene Cecconi:”l’importante è riciclare i trombati, accontentare gli amici degli amici, rinsaldare il cerchio magico, trovare una poltrona e un po’ di soldi (pubblici) per i soliti noti.”
L’INTERVENTO INTEGRALE DI MARCO CECCONI
Mentre da tempo si ipotizza la vendita di una quota del pacchetto azionario di ASM spa, società che al momento appartiene al 100% a Palazzo Spada – ipotesi resa più incalzante se non altro per mettere una pezza alle sempre più vistose falle di bilancio – la giunta comunale quatta quatta ha approvato nell’aprile scorso una delibera per sottrarre all’ASM un caposaldo storico di quei servizi di interesse generale attualmente gestiti dalla Società, ovvero la pubblica illuminazione cittadina: un vulnus che sarebbe altrettanto grave, dispendioso, ingiustificato e realisticamente illegittimo anche se si decidesse di mantenere l’attuale compagine societaria dell’azienda, che ne risulterebbe comunque fortemente depauperata.
I lati oscuri della delibera in questione, la n. 76 del 20.04.2016, sono più d’uno. La pubblica illuminazione cittadina fa parte da sempre della mission statutaria dell’ASM, della sua stessa ragion d’essere: perché adesso si intende sottrargliela? Nella delibera di due mesi fa, si parla di un nuovo partnerariato pubblico-privato e di un appalto di servizi con “finanziamento tramite terzi”: perché?, che cosa non avrebbe funzionato nell’attuale formula in house providing, oltretutto più volte prescelta dal consiglio comunale con propri atti? L’ASM ha presentato nel novembre scorso al Comune un progetto di complessivo riammodernamento del servizio, per ridurre i costi, ottimizzare la resa e abbattere l’inquinamento ottico: perché l’Amministrazione non ha dato subito corso a quella proposta? Tra le (debolissime) motivazioni addotte dalla giunta, si ricomprende la necessità di procedere ad un monitoraggio dello stato dell’arte (analisi dei dati storici e dei contratti, monitoraggio degli impianti e della loro eventuale osbolescenza e via dicendo): chi potrebbe condurre una simile ricognizione meglio dell’ASM, considerando che gestisce il servizio da sempre? Giusto un mese dopo il progetto-ASM (dicembre 2015), è pervenuta al Comune una seconda proposta, avanzata da un’associazione temporanea di imprese, composta fra le altre anche da una neonata srl, costituita proprio nell’arco temporale in questione: come non considerare sospette queste tempistiche? E ancora: quali forme di pubblicità, di manifestazione d’interesse da parte dell’Ente, quali forme di evidenza pubblica sono state promosse, per legittimare una procedura finalizzata all’individuazione di un soggetto terzo, ovvero un gestore privato? Risposta: nessuna. Per scegliere tra le due proposte, è stata affidata una super consulenza, alquanto onerosa, ad un docente dell’Università di Firenze: Comune ed ASM non dispongono di competenze e professionalità sufficienti?
Sono tutte domande riportate nell’interrogazione urgente che ho presentato questa mattina in consiglio comunale. Anche se, realisticamente, ogni dubbio è destinato ad essere fugato da una circostanza semplice semplice, tutta intrinseca alla compagine societaria della ENERSTREET srl, proprio quella Società dell’ATI sbucata dal nulla
in questi mesi: una compagine all’interno della quale figurano personaggi di spicco di precedenti Amministrazioni comunali limitrofe come l’ex sindaco di Narni Bigaroni, imprenditori locali di chiara fama vicini al PD come Piacenti della All Food, Gillocchi della Edil Gubbiotti o Giovannini di Genera, nonché ex segretari provinciali del Partito Democratico già consiglieri provinciali come Montagnoli.
La realtà, ancora una volta, supera la fantasia: al diavolo la valorizzazione e il rilancio dell’ASM (sia che si decida di venderne una parte sia che l’Azienda resti tutta comunale); al diavolo la pubblica illuminazione; al diavolo qualunque valutazione di economicità e razionalizzazione della spesa; al diavolo i debiti del Comune nei confronti dell’ASM che emergeranno una volta che saranno finalmente messi in chiaro il dare e l’avere tra il Comune e le sue partecipate; al diavolo l’identità stessa dell’ASM e dei servizi di interesse generale che ne fanno parte integrante; al diavolo le direttive del Consiglio comunale e le norme di legge. L’importante è riciclare i trombati, accontentare gli amici degli amici, rinsaldare il cerchio magico, trovare una poltrona e un po’ di soldi (pubblici) per i soliti noti.
È questa è l’Amministrazione che dovrebbe risanare bilanci in rosso e razionalizzare le proprie partecipazioni? Sotto il profilo economico e politico, il commento è uno solo: vergogna. Sotto il profilo legale, vedremo: salvo che la giunta – come ho chiesto con un atto di indirizzo che ho presentato anch’esso stamane in consiglio – non si decida a revocare la delibera dell’aprile scorso e a rinunciare per sempre ad una siffatta esternalizzazione della pubblica illuminazione.