Celebrato nella Cattedrale di Terni il Giubileo della vita consacrata domenica 31 gennaio con tutti i religiosi e religiose delle varie congregazioni, ordini e istituti religiosi presenti in diocesi. Ad accogliere in Cattedrale il pellegrinaggio dalla chiesa di San Pietro dove si è svolto un primo momento di preghiera, il vescovo Giuseppe Piemontese che ha presieduto la concelebrazione a chiusura dell’anno della Vita Consacrata.
Il vescovo nel ringraziare tutti i religiosi e religiose per l’opera e la testimonianza portata in diocesi, specialmente coloro che sono venuti da lontano ad annunciare e il Vangelo e condividere la testimonianza dell’amore del Signore, ha ricordato come «la vocazione sia una storia di grazia per ogni battezzato ma in modo particolare per coloro che il Signore ha chiamato a seguirlo da vicino. Dio si è posto accanto a noi perché realizzassimo quel dono della carità e dell’amore che è anelito di ogni essere umano. Siamo qui per ringraziare il Signore per il dono della vita consacrata. Abbiamo vissuto un anno per riscoprire il dono del nostro carisma e della nostra vocazione, ora ci viene donato il giubileo della Misericordia per sentirci graziati nella considerazione delle nostre miserie, della nostra umanità e dei nostri dei peccati e perché siamo rilanciati nella missione di Gesù nella chiesa e nel mondo. Siamo chiamati a svegliare il mondo con la profezia con la gioia e con la fraternità. E’ importante che tra di noi si vedano volti tristi, perché con la gioia i consacrati sono chiamati a svegliare il mondo e a essere profeti, devono diventare lievito per una società ispirata al Vangelo, nella gioia e nel dono».
«L’anno di grazia che stiamo vivendo, e che siamo chiamati ad annunciare, è manifestazione dell’amore incondizionato di Dio – ha aggiunto padre Piemontese -. Viviamo in fraternità e in comunione all’interno degli istituti, la stessa comunione che dobbiamo vivere e portare anche all’esterno. In un mondo frammentato e diviso facciamo esperienza di comunione e di amore fraterno. Il Papa ci ha rinnovato questo incarico, questa missione “esperti di comunione, missionari di comunione nella gioia”. Siamo chiamati a ricercare il volto della misericordia del padre e contemplare e testimoniare il volto di Dio come colui che comprende le nostre debolezze per versare il balsamo della prossimità sulle ferite umane contrastando il cinismo dell’indifferenza».
Facendo riferimento alla crisi vocazionale che genera preoccupazione per la continuità delle stesse congregazioni religiose, il vescovo ha sottolineato come «è nel Signore che dobbiamo avere fiducia, dedichiamoci a promuovere la vocazione di ogni battezzato, di ogni cristiano secondo i segni di Dio. Ogni religioso è un animatore vocazionale. Occorre porre maggiore passione per i giovani per cui bisogna essere veri padri e madri, esperti di umanità. Dedichiamoci con maggiore fedeltà alla testimonianza della nostra consacrazione al nostro carisma attraverso una fedeltà creativa rispondente al nostro tempo. Vi chiedo di essere segno e strumento di comunione in questa nostra chiesa particolare, ciascuno con il suo particolare carisma».
In diocesi sono presenti 110 religiosi e religiose, suddivisi in 12 comunità religiose maschili tra Francescani minori, cappuccini e conventuali, frati Carmelitani scalzi, Salesiani, Vocazionisti, Ricostruttori nella preghiera e comunità missionaria della Provvidenza Santissima dal Brasile. Quattordici le comunità religiose femminili, di cui tre di monache di clausura: Carmelitane scalze e Clarisse a Terni, Benedettine ad Amelia. A Terni operano le suore di “Ravasco”, le suore della Provvidenza e dell’Immacolata Concezione, le suore missionarie Identes, le suore Nostra Signora dell’incarnazione della Costa d’Avorio, suore diocesane Maria madre della chiesa e Ordo Virginum. Nell’amerino le suore Marianiste, le suore catechiste del Sacro Cuore e le Figlie del carmelo, ad Otricoli le suore missionarie Nostra Signora di Fatima, a Narni le suore consolatrici del Sacro Cuore di Gesù.
Nella anno giubilare della Misericordia i religiosi e le comunità sono chiamate ad incontrare la strada della riconciliazione, del perdono e di una vita veramente fraterna, riscoprendo il senso dell’essere insieme come consacrati, dell’eucaristia come simbolo della comunità e della loro missione, a condividere il cammino che si sta facendo, le difficoltà che si incontrano, i desideri più profondi del cuore. Il 2 febbraio, festa liturgica della Presentazione del Signore al Tempio, la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Istituita da Giovanni Paolo II nel 1997, vuole aiutare l’intera Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino mediante la pratica dei consigli evangelici e, in pari tempo, vuole essere per le persone consacrate occasione propizia per rinnovare i propositi e ravvivare i sentimenti che devono ispirare la loro donazione al Signore.