“Momenti come questo sono importantissimi perché attività così non sono mai fini a se stesse, sono sempre in funzione della persona, aiutano la persona in quelli che sono i suoi effettivi bisogni; sono una grande occasione di relazione e di incontro e cosa più delle relazioni e dell’incontro può aiutare le persone a uscire da una condizione di isolamento e di solitudine?”
La dottoressa Chiara Pellegrini, direttrice del carcere di Terni, esprime un giudizio molto positivo sul Festival della cultura organizzato all’interno della struttura da lei diretta.
Purtroppo nei carceri italiani si continua a morire e, in quello di Terni, sono stati 3 i suicidi dal 2013 ad oggi: “di persone, come Giovanni Solinas, che non avevano destato preoccupazione, bene inserite, persone da cui non ci si aspettava un gesto così drammatico – afferma la direttrice Pellegrini – persone silenziose come Giovanni che magari sfuggono alle nostre attenzioni, alle nostre preoccupazioni”.
Per i detenuti occasioni come questa rappresentano “un momento di riscatto , di libertà mentale, quindi per loro – afferma ancora la direttrice del carcere di Terni – quando si iscrivono e partecipano a un laboratorio è un momento veramente importante e devo dire che con questo festival della cultura tentiamo di raggiungere anche quei detenuti che , invece, normalmente restano un po’ più arretrati”.
Vista la assoluta carenza di risorse e di personale “una iniziativa così imponente non si sarebbe potuta fare se non ci fosse una squadra splendida di volontari guidata da una persona di qualità come Francesca Capitani e il nostro impegno è quello di rendere possibile il loro lavoro” , ha concluso la dottoressa Pellegrini.