Era uno dei giocatori piu apprezzati dai tifosi rossoverdi ed era uno dei giocatori rimasti più attaccati alla citta, ai tifosi rossoverdi, ai ternani.
Purtroppo, una terribile malattia lo ha portato via questa notte all’affetto di Stella, sua moglie, e delle sue due figlie, Giulia e Veronica, oltre a quello di tanti e tanti amici che in questi minuti lo stanno piangendo.
Tutti a Terni conoscevano le doti tecniche di Paolo e per questo veniva chiamato affettuosamente ” il geniaccio “, ma solo in pochi conoscevano la sua generosità, la sua voglia di stare insieme agli amici, la voglia di riabbracciare i suoi vecchi compagni di squadra, quegli addetti ai lavori a cui telefonava per scambiare quattro chiacchiere, per chiedere novità su Terni e sulla sua Ternana di cui avrebbe desiderato guidare dalla panchina un giorno, magari, una squadra del settore giovanile perchè lui amava i giovani. Un sogno, quello, però rimasto tale e non certo per colpa sua!
Paolo era un compagnone, uno che ti faceva stare bene se avevi la fortuna di passare qualche ora con lui. E sempre con quella passione per quella maglia rossoverde che si sentiva cucita addosso era il primo ad aderire a quelle partite con scopo benefico che venivano organizzate a Terni. E l’ultima volta solo tre anni fa: ma lui c’era e non sentiva ragioni. Voleva calcare quel campo, quel manto erboso del Liberati che tante volte lo aveva visto protagonista assoluto.
Ed ora con l’amarezza, il dolore per la sua scomparsa mi consola parzialmente il pensare alle sue lunghe telefonate, perchè Paolo era un fiume in piena al telefono, alle volte in cui l’ho ospitato in trasmissione e, soprattutto, quella volta che con Giulio Forte, suo compagno di tante battaglie, raccontò tanti ma tanti di quegli episodi della sua vita calcistica in rossoverde che appassionarono i telespettatori che il giorno successivo mi chiesero la replica.
E, poi, come non ricordare le sue visite allo stadio di Varese, perchè lui era residente nella città lombarda, in occasione delle partite della Ternana. Prima del match, nell’intervallo ed alla fine lui si presentava in tribuna stampa e parlava con l’affetto di sempre di quei colori, di quella maglia che ancora lo affascinava.
Purtroppo, ora l’attesa per la sua telefonata con cui ti annunciava che era a Terni e che ti dava appuntamento per bere un caffè insieme, per un aperitivo non arriverà mai più, ma resterà il ricordo di un uomo straordinario, simpatico, ricco di humor con cui stavi bene a parlare di calcio ma anche di altre situazioni della vita di tutti i giorni e l’immagine di un calciatore che ha deliziato gli occhi dei tifosi ternani. Quella maglia numero 10, la maglia di Paolo Doto, la maglia di colui che faceva emozionare con le sue giocate nessuno la dimenticherà. E soprattutto non dimenticherà chi la indossava con passione e professionalità immensa.
Ciao Paolo, Terni ed i ternani ti hanno voluto e ti vorranno bene, ti abbracciano ricordandoti sempre con quel sorriso stampato sulla bocca, con quella folle corsa verso la curva e con quella felicità che esternavi in occasione dei tuoi tanti gol realizzati con quella maglia che amavi tanto. Quella rossoverde.