I conti del Covid 19 si stanno presentando sotto forma di “una crisi sociale di dimensioni rilevante in una comunità ternana già fortemente penalizzata dalle ultime crisi”.
A sottolinearlo è il segretario generale della Cgil ternana, Claudio Cipolla.
In questo difficile momento si inserisce la vicenda di Ast che è stata messa sul mercato dalla proprietà Thyssenkrupp, “un passaggio storico per il futuro delle produzioni ternane”, lo definisce Cipolla “che non arriva come un fulmine a ciel sereno” ma che colpisce per “il contesto nel quale arriva”.
L’INTERVENTO DI CLAUDIO CIPOLLA
Il contesto attuale e la fase che stiamo attraversando meriterebbe una attenzione maggiore da parte dei soggetti interessati che hanno a cuore le sorti della comunità ternana.
Dovremmo avere tutti piena consapevolezza che la recente emergenza sanitaria causata dal Covid-19, peraltro non ancora terminata, ci sta riconsegnando un tessuto produttivo, economico e sociale profondamente cambiato rispetto a quello di qualche mese fa.
La comunità ternana già fortemente penalizzata dalle ultime crisi, come più volte analizzato e denunciato dal sindacato spesso in solitudine, rischia di subire un ulteriore indebolimento sul versante economico e soprattutto occupazionale.
Non può sfuggirci la situazione di difficoltà che stanno attraversando molte lavoratrici e lavoratori nei diversi settori, soprattutto quelli della produzione, del manifatturiero, del turismo e del terziario dove, ancora molti, non hanno ripreso l’attività lavorativa. Questa situazione determina inevitabilmente una crisi sociale di dimensioni rilevanti, che necessita di una contrattazione per determinare interventi diretti sul disagio di giovani ed anziani.
A tutto ciò si aggiungono le crisi e le vertenze aperte sul territorio, nel settore dalla chimica, dell’agroalimentare e non ultimo dei metalmeccanici, che vedono un amplificarsi delle problematiche anche a causa del contesto determinatosi in questi mesi.
L’annuncio dell’avvio delle procedure di vendita di Ast, da parte della multinazionale più grande presente sul territorio, non rappresenta un fulmine a ciel sereno per il sindacato, ma preoccupa proprio a causa del contesto nel quale arriva.
Siamo, a nostro avviso, di fronte ad un passaggio storico per il futuro delle produzioni ternane, che inevitabilmente condizionano, per quello che rappresentano, un tessuto economico e sociale più ampio.
Per queste ragioni auspichiamo che non si facciano fughe in avanti, che si coinvolga il governo ai massimi livelli e soprattutto che si compiano i passaggio corretti nell’interesse generale della comunità.
Come ribadito anche ieri nell’incontro ministeriale, per quanto ci riguarda non abbiamo pregiudizi a discutere delle possibili soluzioni che saranno prospettate, ma intendiamo farlo nelle modalità corrette, in un rapporto di trasparenza con le persone che rappresentiamo e dando giudizi esclusivamente di merito, basati sul piano industriale che sarà presentato e che dovrà avere punti fermi sull’unitarietà del sito, sui livelli occupazionali diretti ed indiretti, sulle quantità dei volumi prodotti e sulle prospettive commerciali e di sviluppo.
È su questo piano che l’insieme dei soggetti interessati dovrebbe impegnarsi, con lucidità di analisi e senza posizioni precostituite, con l’obiettivo della salvaguardia del tessuto economico, occupazionale e sociale del territorio, senza rimanere alla finestra magari dando giudizi al termine dei percorsi, come spesso avvenuto in questi anni.