Di Chiara Furiani
Comincia il 28 dicembre e si chiude il primo dell’anno la consueta cinque giorni invernale all’insegna della black music, che contribuisce non poco ad aumentare l’appeal turistico di quella che è già di suo una tra le più attrattive cittadine della nostra regione.
Tanti gli artisti in cartellone, ma il nome di maggior richiamo è senza dubbio quello di Dianne Reeves, forse la cantante jazz più importante attualmente in carriera.
La Reeves è stata più volte da noi, e anzi, lo scorso luglio è stata anche protagonista di un bellissimo concerto al Duomo di Spoleto, nell’ambito quindi del Festival dei Due Mondi.
La sua presenza non sarebbe allora di per sè una grossa novità, se non fosse che in questi giorni ad Orvieto la cantante si esibirà con un repertorio d’eccezione, ovvero il magnifico songbook di Burt Bacharach, vera pietra miliare della musica del ‘900. Lo stesso Bacharach si è esibito in due diverse occasioni al festival perugino, e chi c’era
conserva senza dubbio memoria di quei concerti, di sicuro tra i più coinvolgenti dell’intera storia della manifestazione.
La Reeves canterà il 28, il 30 e il 31, ci sarà quindi più di una opportunità per non perdersi la chicca del cartellone orvietano.
Metti una voce meravigliosa, con un timing e uno swing impeccabili, insieme a un pout-pourri di brani tra i più belli della storia del pop, ricercatissimi nella scrittura ma allo stesso tempo estremamente orecchiabili: non potrà che uscirne un melange irresistibile.
Ma la programmazione di queste giornate orvietane offre molto di più.
Come spesso accade già da qualche anno, Umbria Jazz apre le porte alla musica italiana d’autore, però il concerto di Vinicio Capossela del 29 sera è già sold out.
Tanti gli artisti americani d’oltre oceano degni di nota, tra cui la pianista Kris Davis, capace di ardite sperimentazioni, Rebecca Martin, cantante, col marito Larry Grenadier, noto come contrabassista di Brad Meldhau e Ethan Iverson, anche lui pianista, tra i più interessanti e avant-garde degli ultimi tempi, tra l’altro anche arrangiatore del repertorio di Bacharach per la Reeves.
Non poteva mancare poi un omaggio a Charles Mingus, di cui si celebra quest’anno il centenario della nascita: un sestetto, tipologia di formazione cara al contrabassista, composto da musicisti italiani e americani, riproporrà le composizioni di una delle figure più peculiari del jazz.
E poi Javier Girotto, Jon Cleary, Allan Harris, Funk Off, Gospel Explosion: sono davvero tanti i motivi per non perdersi la manifestazione orvietana.