“Sono passati 6 mesi da quell’8 giugno 2020, da quel nubifragio che ha causato l’esondazione dei fossi di un’intera area che ha coinvolto ben 6 comuni umbri fra i quali Acquasparta, Avigliano Umbro, Montecastrilli ed Amelia”.
Inizia così la preoccupata nota del Comitato Gruppo Alluvione 8 Giugno per la situazione critica di un permanente “rischio di esondazione” che si ripresenta continuamente in quei territori.
“L’evento fu definito “straordinario ed eccezionale” che solo nella frazione di Castel dell’Aquila del Comune di Avigliano Umbro, nella zona Rena, ha fatto registrare allagamenti di oltre due metri, mettendo in ginocchio oltre venti attività produttive fra aziende, artigiani, agricoltori, ed anche intere famiglie con le loro abitazioni private. L’impeto dell’acqua ha scardinato porte, travolto macchinari e materiali con danni stimati per alcuni milioni di euro.
Da quei giorni, molte sono state le promesse, gli impegni annunciati, le passerelle e le telefonate di solidarietà da parte dei rappresentanti delle istituzioni, tutte iniziative che, in quei tragici momenti, hanno alimentato speranze per possibili indennizzi.
Purtroppo, ad oggi, tutto tace. Niente aiuti, né sostegni, nessun riconoscimento o attivazione di procedure per lo stato di calamità. Nulla, al di fuori di una libera e spontanea iniziativa privata e personale che ha provveduto a ripulire i locali, a riattivare i macchinari danneggiati, a ricomporre le scorte del materiale perduto e devastato dall’esondazione. Il fatto che dopo alcune settimane dall’evento quasi tutte le attività hanno ricominciato la produzione e le lavorazioni, prosegue il Comitato, non deve far pensare a danni contenuti, solo il tenace impegno degli imprenditori e delle famiglie hanno reso possibile una ripartenza.
Il “Comitato Gruppo Alluvione 8 Giugno” costituito dai danneggiati nella prima settimana successiva al nubifragio, non aveva solo l’intento di sollecitare l’attenzione delle istituzioni alla formale richiesta di risarcimenti, ma anche il compito di pretendere interventi definitivi per la messa in sicurezza delle zone colpite, come anche la verifica dello stato manutentivo dei fossi e dei corsi d’acqua dell’intera zona sotto il controllo del Consorzio Tevere-Nera. L’esondazione ha portato con se anche il crollo del valore di mercato di alcuni immobili di queste aree, nonostante tutte le edificazioni siano state realizzate nel pieno rispetto della legislazione ed il regolare pagamento degli oneri di urbanizzazione, il corrispettivo che assicura in una lottizzazione che la raccolta ed il deflusso delle acque meteoriche avvenga correttamente. Il Comitato chiede che venga accolta richiesta di indennizzo, ma non solo, anche un riscontro certo e documentato su come vengono spesi i proventi delle riscossione dei Contributi Consortili che vengono versati al Consorzio Tevere-Nera da tutti noi contribuenti che ricadiamo nel comprensorio di bonifica. I fenomeni di allagamento dell’8 giugno scorso, che si erano già manifestati nel 2012, sembrano confermare che non è stato previsto nessun progetto significativo per risolvere quelle criticità idrogeologiche che il Comitato ha già individuato e che testimoniano un’incuria che non può essere solo ricondotta ad eventi climatici eccezionali.
Sollecitiamo, in qualità di responsabili della sicurezza del territorio, tutti i Sindaci dei Comuni coinvolti, conclude il Comitato Gruppo Alluvione 8 Giugno, di attivare iniziative concrete perché le nostre proposte e richieste vengano accolte, investendo in provvedimenti certi e risolutivi, affinché quanto successo non si ripeta più: la misura è ormai colma e la pazienza di noi cittadini terminata.”