Nemmeno nel 2014 con l’elezione del Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mascio, che già durante le quattro votazioni si trovò al centro di polemiche si sono viste cosi’ tante convocazioni. Parliamo di due aspetti diversi, troppe convocazioni di consigli comunali con pochi punti e adesso troppe commissioni con un solo punto all’ordine del giorno e con sopralluoghi anche reiterati. Nessuna retorica. Andiamo nel merito con buon senso e con la reale necessità di evitare sperperi superflui senza ideologie o appartenenza. L’assessore ha i suoi compiti e responsabilità anche nell’approvazione di determinate delibere di Giunta, nel Consiglio comunale e soprattutto nelle commissioni la situazione è senza dubbio diversa a livello di attribuzioni e ovviamente di retribuzioni. Il consigliere comunale non è un lavoro come lo si vuol far passare ma è un impiego civico retribuito per il bene della comunità. E’ giusto ricordarlo e senza demagogia l’invito è a non esagerare nelle convocazioni se non ve ne è bisogno, i soldi pubblici dovrebbero essere spesi in maniera diligente e appropriata.
Su questi aspetti abbiamo chiesto un intervento al consigliere comunale del Pd, Emidio Gubbiotti e al consigliere di FdI, Roberto Pastura.
Emidio Gubbiotti ha -dichiarato- «le Commissioni consiliari hanno un ruolo necessario e fondamentale, servono a costruire l’ossatura dei provvedimenti amministrativi e fungono da raccordo tra gli intenti programmatici politici e la loro possibile attuazione. Tanto è vero che si avvalgono, da Regolamento, dell’intervento tecnico delle strutture operative comunali. Il punto, però, è cercare di farle funzionare con equilibrio e concretezza. Quando si elaborano gli ordini del giorno, ci si dovrebbe sempre porre la domanda se quel punto o quei punti si possono sviluppare in un arco temporale congruo, se possono essere accorpati più punti tra loro, stando nei termini abituali di durata. Il mio non è un monito, è però una sollecitazione, una riflessione che intendo porre. Così facendo, si eviterebbe di convocare un numero eventualmente superfluo di sedute, di fare sopralluoghi che non portano alcun contributo e si tenderebbe ad ottimizzare i lavori e i relativi costi. Senza quindi dedicare, magari, pochi minuti ad una commissione, per poi riconvocarne un’altra, pochi giorni dopo. Sarebbe bene approcciare alla vita istituzionale con il giusto equilibrio, con la dovuta attenzione e tenere presente, anche, che come da Regolamento, le sedute – esclusa la quarta – sono pubbliche. Io sono del parere che la politica ed il contributo che gli eletti dai cittadini possano dare, debbano avere un adeguato costo. Non sono per la politica a costo zero, perché questo ne diminuirebbe il valore e la forza. Sono però convinto che occorra stare in una posizione corretta, rispettosa delle risorse pubbliche e anche di una certa sobrietà, che non guasta mai».
Roberto Pastura ha -dichiarato- «ho sempre ritenuto la critica circa l’eccessivo costo della politica, priva di senso e senza alcun fondamento laddove la politica, ossia l’esercizio della funzione pubblica, porti un contributo fattivo e misurabile alla collettività. Nel rispetto pieno del ruolo consultivo e di approfondimento proprio delle commissioni consiliari sollevo però una riflessione sul loro reale funzionamento nel Comune di Terni, alla luce dei dati documentali e oggettivi emersi nel consuntivo 2024.Le commissioni, per propria natura, sono strumenti funzionali all’attività del Consiglio comunale, e in quanto tali dovrebbero operare secondo criteri di concretezza, approfondimento e valore aggiunto. Purtroppo, non è un dato opinabile che numerose sedute si siano concluse nel giro di 20-30 minuti, tempo oggettivamente insufficiente per garantire un esame compiuto dei temi all’ordine del giorno. Ciò pone un serio interrogativo sull’efficacia dell’utilizzo di queste sedi istituzionali, non certo sulla loro legittimità, bensì sulla loro reale incidenza nel processo decisionale. A ciò si aggiunge un dato economico che merita attenzione: nel 2024, il numero complessivo di gettoni di presenza erogati ai consiglieri comunali – tra sedute del Consiglio e delle commissioni – è aumentato del 41,52% rispetto all’anno precedente, passando da 2.363 a 3.344 gettoni. L’importo totale liquidato è salito da 264 mila euro del 2023 a oltre 366 mila euro, con un incremento del 42,53%. Un dato che chiama in causa il principio dell’efficienza, elemento fondante dell’azione amministrativa, specie in un contesto di risorse pubbliche limitate e in presenza di bisogni sempre più urgenti da parte della comunità. Non si tratta di mettere in discussione la legittimità delle indennità, né tanto meno il diritto-dovere dei consiglieri a partecipare attivamente ai lavori delle istituzioni, ma di porre l’attenzione su una questione di metodo: è doveroso e possibile fare meglio, garantendo che ogni seduta rappresenti un momento utile, costruttivo e misurabile in termini di contributo all’azione dell’Amministrazione. Auspico, quindi, una gestione più stringente delle convocazioni delle commissioni, calibrata su criteri di reale necessità e preparazione, nell’ottica di tutelare il valore del tempo istituzionale e la credibilità stessa dell’organo».