Se la notizia fosse confermata sarebbe come il mattoncino che regge tutta la volta dello stanzone dell’agitazione che paralizza l’amministrazione comunale di Terni e la maggioranza. L’hanno comunicata tutti e tre i componenti il gruppo consiliare del Pd a Palazzo Spada: da tempo – dicono i Pd – sindaco e vicesindaco sanno che le questioni contabili sono preoccupanti. Ed anche se da Palazzo Spada si continua a diffondere un’immagine di efficienza e dinamismo che parrebbe poggiare su gambe di argilla, il Ministero degli Interni, ed in particolare– riferiscono i consiglieri del Pd Francesco Filipponi, Valdimiro Orsini e Tiziana De Angelis – “l’ufficio che si occupa della vigilanza sui Comuni dissestati” avrebbe espresso, lo scorso luglio, “pesanti perplessità sull’andamenti dei conti del Comune di Terni”. Questione che sarebbe stata fatta presente al sindaco Latini e al vice sindaco Giuli, in un incontro in cui si è fatto notare che rimarrebbero necessarie misure come la vendita delle farmacie, sttolieando criticità “sui mancati incassi degli affitti, sui ricavi della Cascata delle Marmore, sulle entrate delle multe e il loro utilizzo, sul fatto che la capacità di incassare del Comune è diminuita rispetto al 2017”, cioè quando c’erano “quelli di prima”.
Tutto ciò sarebbe rimasto chiuso nella stanza del sindaco.
E’, però, il fatto che spiegherebbe il blitz di Ferragosto, il “rimpasto” di giunta deciso in quattro e quattr’otto dal sindaco Latini con lo scopo di rendere efficiente l’amministrazione comunale. C’è da dire, in ogni modo, che finora gli effetti sono quelli di una paralisi e di confusione, conseguenti all’aver dato fuoco alle polveri del risentimento di chi non vedeva (e continua a non vedere) l’ora di sedere in un posto al sole, costi quel che costi.
Il consiglio comunale non si riunisce e quindi non si immette in circolo quella che nelle intenzioni della Lega dovrebbe essere un’iniezione di gerovital.
Ci sono “problemini” da risolvere.
Orlando Masselli, nuovo assessore al bilancio che succede a Fabrizio Dominici dopo un “interim” del sindaco durato mesi, ha già la scrivania piena di guai soprattutto per quei 26 milioni di buco di bilancio di cui si fa un gran parlare: il Pd lo denuncia, tutti lo danno per esistente, ma ufficialmente non ci sono al riguardo comunicazioni, doverose, al consiglio e alla città. Il presidente dell’assemblea di Palazzo Spada, aveva per la verità accennato al 9 settembre, come data possibile per una convocazione che andava fatta entro il 4, cinque giorni prima. Ma il 4 settembre, nel tardo pomeriggio, non risulta si sia proceduto.
Restano da risolvere questioni riguardanti il funzionamento degli organismi. Riferiscono che il nuovo assessore al welfare, Cristiano Ceccotti, non avrebbe ancora poggiato le terga sulla poltrona dell’assessorato, ma le ha nel frattempo sollevate dallo strapuntino di capogruppo della Lega, carica cui adesso ambiscono Leonardo Bordoni, già sgambettato nella corsa all’assessorato, e Federico Brizi, transfuga da Forza Italia, approdato alla Lega dopo un breve periodo di decantazione nel gruppo misto. Ma lo stesso Brizi ha smentito il suo interesse per un incarico che può essere – in effetti – considerato riduttivo per chi ha avuto ben altre incombenze in passato nell’assemblea di Palazzo Spada.
Non basta: l’ingresso di Masselli e di Sara Francescangeli in giunta ha lasciato scoperta la presidenza di due commissioni consiliari, la prima e la terza. Chi va a fare il presidente? Pincardini, che dalla Lega è passata al gruppo misto, ora vuole transitare dalla quarta alla terza commissione: ha aspirazioni? L’unico rappresentante della lista civica della destra, Michele Rossi, avrebbe rifiutato di assumere quella carica (la considera troppo poco per un genio come lui!).
Su tutto questo piovono le lamentazioni e l’annuncio dell’innalzamento della guardia da parte di Forza Italia che si ritiene penalizzata dal dimissionamento di Sonia Bertocco, ex assessore al personale con cui si è indebolito il ruolo dei seguaci di Berlusconi; e la dichiarazione di guerra di tutte le opposizioni.
I consiglieri di Pd, Senso Civico, Terni Immagina, M5S, hanno trovato l’accordo su un documento: “Si torni subito a lavorare nell’interesse della città. Se entro la settimana prossima non sarà sbloccata la situazione e convocato il Consiglio comunale saremo costretti ad iniziative di protesta insieme ai cittadini”, scrivono. E spiegano: “Riteniamo grave che le attività del Consiglio siano ancora paralizzate a causa delle divisioni interne alla maggioranza. Dal 10 agosto, quando il capogruppo della Lega veniva promosso alla carica di assessore, è quasi passato un mese e la Lega ancora non è riuscita ad indicare il suo nuovo capogruppo; ugualmente, nessuna soluzione è stata trovata per la guida delle commissioni consiliari, a causa del continuo scalpitio interno ai partiti della maggioranza, dove le gomitate per la ricerca di visibilità si fanno sempre più pressanti”.Tutto questo, aggiungono i gruppi di minoranza, mentre “i cittadini aspettano risposte concrete ai loro problemi”. Che non sono pochi, chiosano, “a partire dal disavanzo di 26 milioni di euro di cui riferiscono i giornali e di cui è doveroso discutere in Consiglio, sulle ragioni, sulle conseguenze politiche e sulle modalità che l’amministrazione intende adottare per la risoluzione”.
Poi, volendo, ci sarebbero gli agitati del Gruppo Misto.
Buon lavoro.