Sono 44 le attività di ristorazione che hanno chiuso in provincia di Terni al 30 settembre 2020.
Il dato è fornito da Confartigianato che sottolinea come la realtà , però sia molto più grave “se si va ad analizzare quante imprese della ristorazione hanno di fatto già sospeso l’attività nell’attesa dei ristori, oppure stanno lavorando in grave perdita e riescono a continuare l’attività solo indebitandosi. Un anno di restrizioni così severe ha messo in ginocchio l’intero settore il quale, è bene ricordare, è strategico sia per le filiere alimentari in particolare dei prodotti tipici enogastronomici, sia per l’attrattività commerciale e turistica del territorio, sia per la vivibilità stessa delle aree urbane e rurali.
Una crisi reale – avverte Confartigianato – ma ancora sottostimata nella percezione dell’opinione pubblica. Il blocco dei licenziamenti, la protezione dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori del settore pubblico ha preservato gran parte della popolazione dalle conseguenze immediate, ma i settori produttivi sono fortemente provati: molte imprese hanno già chiuso e molte altre sono sull’orlo del baratro anche nel nostro territorio”.
NON SOLO RISTORANTI
“Medesimo impatto devastante delle restrizioni – secondo Confartigianato – si registra fra le imprese del settore degli eventi e quelle localizzate nei centri commerciali. In Umbria in particolare non avendo ritenuto né la Regione né le Prefetture di procedere a note interpretative sull’applicazione delle restrizioni ai centri commerciali, come invece avvenuto in altre regioni, si è di fatto adottata una interpretazione estremamente estensiva dei divieti con il risultato di una chiusura totale di tutte le attività dei centri commerciali incluse quelle artigianali. Sono imprese che contavano sul Natale per limitare le perdite, che invece hanno subito la chiusura nella maggior parte delle giornate del periodo natalizio.
Altre attività d’impresa non sono state oggetto diretto di restrizioni, o lo sono state molto marginalmente, ma soffrono ugualmente per l’arresto dei consumi come nel caso del settore del commercio e dei servizi in generale e del settore turistico e attività collegate (strutture ricettive, agenzie di viaggio, professioni turistiche, artigianato artistico)”.
SOLIDARIETA’ E VICINANZA
“Di fronte a tutto questo – conclude Confartigianato – è comprensibile la demoralizzazione e lo scoraggiamento degli imprenditori che si sentono soli di fronte alla crisi. Esprimiamo solidarietà e vicinanza nei confronti di tutti gli imprenditori, familiari e dipendenti delle attività dei servizi di ristorazione, delle attività localizzate nei centri commerciali e degli altri settori che stanno soffrendo. Nonostante le comprensibili difficoltà facciamo un appello a tutti gli imprenditori perché rifuggano dalla tentazione di diminuire il proprio impegno nell’applicazione delle restrizioni, che aggiungerebbe solo il rischio di sanzioni ad una situazione drammatica. Riteniamo che l’intera comunità locale dovrebbe dimostrare solidarietà e che anche gli enti locali dovrebbero dimostrare vicinanza concreta e atti conseguenti”.