“Abbiamo sul tavolo una proposta di manovra salva Umbria per scongiurare il salasso che ci sarebbe invece con l’alternativa del commissariamento. L’opposizione vuole guardare al dito e non alla luna, che è di un disavanzo record e conclamato di 243 milioni di euro”.
Non arretra di un millimetro la presidente della regione Umbria Stefania Proietti che replica alle proteste del centrodestra elencando “i problemi che hanno portato a questa situazione di disavanzo strutturale” e indicando le azioni che la Regione intende portare avanti.
“Il commissariamento ad acta della nostra sanità – ha detto la Presidente – porterebbe l’Umbria allo sfacelo. Come dicevamo in campagna elettorale siamo già in una situazione molto compromessa, ora purtroppo mettendo le mani sui conti lo vediamo in concreto ogni giorno e confermiamo che la situazione dell’Umbria è compromessa”.
Una regione, la nostra, la cui crescita era in stallo da anni, ma che rischierebbe di non riprendersi più a seguito di un commissariamento da parte del Governo centrale.
“A pagarne le spese – evidenzia la Presidente – sarebbe il sistema sanitario che si vedrebbe nell’impossibilità di fare assunzioni e quindi con un blocco del turnover o di assumere nuovo personale, ma anche nell’impossibilità di investire sul rinnovamento dei macchinari o di nuove strutture”.
“Noi dobbiamo fare il contrario e permettere all’Umbria di crescere – ha proseguito la Presidente – e questo è possibile mettendosi in sicurezza prima del 15 aprile con una manovra il più equa possibile e concertata, per poi avviare le vere riforme che, in parte, soprattutto sul fronte della sanità, sono già in fase di realizzazione”.
“Con la parte di gestione sanitaria accentrata riusciamo a coprire per 153 milioni di euro – ha spiegato la presidente – rimane però un disavanzo di 90 milioni che non si riesce a compensare e di cui ci chiede conto il governo. Il primo aprile abbiamo il tavolo con il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) dove vogliamo presentarci con qualcosa in mano per poi tornare alla fase della concertazione ed arrivare all’approvazione in Consiglio regionale”.
“Se non facciamo la manovra entro il 15 aprile – ha ricordato ancora la presidente – scatterà quella dello Stato dove pagheranno le fasce più deboli, con 45 milioni prelevati nella fascia di reddito 0-28mila. Si andrà così al salasso del commissariamento dove a pagare meno sarebbe chi ha tanto. Con la nostra proposta di manovra c’è progressività ed equità invece e fino a 15 mila euro non si paga nulla”.
“ll commissariamento – sostiene Luca Simonetti, consigliere del Movimento 5 Stelle – significherebbe aumenti di tasse indiscriminati, che colpirebbero tutti, soprattutto chi ha meno. Significherebbe poi bloccare le assunzioni, rinunciare agli investimenti, fermare la realizzazione degli ospedali di Narni, Amelia e Terni. La presidente e la direttrice Donetti stanno lavorando a stretto contatto con la sanità umbra, con le quattro aziende per efficientare il sistema, riorganizzando tutto”.
“Non possiamo permettere – aggiunge Simonetti – che la voragine da 90 milioni ci porti al commissariamento. Anche se, paradossalmente, per noi sarebbe persino più comodo: vorrebbe dire perimetrare le responsabilità di chi, nei suoi 1800 giorni di governo, questo buco l’ha creato. E sono gli stessi che oggi vorrebbero far credere che chi governa da appena 90 giorni abbia le stesse responsabilità. Un capolavoro di propaganda, che però non cancella la realtà”.