Non sono affatto confortanti i dati forniti durante la videoconferenza stampa di aggiornamento settimanale sullo scenario legato all’emergenza sanitaria in Umbria.
“L’andamento della curva epidemica, dopo gli ‘allentamenti’ per le festività, è cominciata a risalire, ha spiegato Marco Cristofori del nucleo epidemiologico dell’Umbria, anche se non è imponente come nella prima fase. Nelle ultime due settimane l’andamento va verso l’aumento. L’RT calcolato dal 27 dicembre al 10 gennaio è pari a 1,34, per l’Istituto Superiore di Sanità ad oggi è 1,29. Negli ultimi 14 giorni, però, si è abbassato. L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti è risalita, 167, rispecchiando la curva. Sono gli ultra 85enni i più colpiti dal virus, per lo più maschi, ma la differenza non è significativa perché tutte le classi di età presentano un aumento dopo le feste quando sono stati fatti più tamponi e l’indice di contagiosità registrato è di 8,51. I ricoveri ordinari sono cominciati ad aumentare dal 23 dicembre, i ricoveri nelle terapie intensive sono in leggero aumento dal 26 dicembre. I decessi erano in diminuzione fino al 4 gennaio ora sono in lieve aumento. L’Umbria è stata l’unica delle regioni non in zona rossa a piegare la curva perché probabilmente i nostri provvedimenti restrittivi hanno prodotto gli effetti di una ‘mini’ zona rossa”.
Interessanti anche i dati di Google riguardanti gli spostamenti in relazione alla curva epidemica, di cui ha riferito la professoressa Carla Bietta.
“È un indicatore indiretto, ha evidenziato, ma è abbastanza valido come tracciamento ed evidenza un picco in basso quando si era in zona rossa nonché un aumento in zona gialla. Quando ci si sposta aumentano i casi di positività, la curva riprende a salire dopo 2/3 settimane. Anche le basse temperature, che hanno favorito la maggiore permanenza in casa, possono aver inciso nella maggiore diffusione del virus. In merito alle vaccinazioni covid, iniziate con la somministrazione della prima dose il 27 dicembre e proseguite dal 31 dicembre al 13 gennaio, sono state 11.124 tra personale sanitario ed Rsa. L’età media dei vaccinati è di 54,4 anni, il più giovane ha 22 anni il più anziano ne ha 106, prevalentemente sono donne. Nelle Rsa sono state vaccinate 2111 persone e nelle aziende sanitarie 9013 operatori”.
L’epidemiologo Fabrizio Stracci si è detto dispiaciuto dell’andamento della curva, “ma abbiamo la prospettiva della vaccinazione. Sotto le feste abbiamo ‘allentato’ un po’ speriamo ora di riuscire a riportare di nuovo la curva sotto controllo”.
Sul versante scuola è intervenuto il vice commissario Covid Massimo D’Angelo.
“Tutti i soggetti che vanno a scuola non vanno esclusivamente a scuola, ci sono dei momenti aggregativi collaterali che aumento ulteriormente il rischio di esposizione. I giovani possono così diventare elemento critico nella diffusione dell’infezione e ciò può determinare un carico notevole per il sistema sanitario”.
Il direttore regionale della sanità Claudio Dario ha infine parlato del piano vaccini covid.
“Il piano è contingentato, ha detto, il 30% delle dosi deve rimanere in magazzino, è un livello di sicurezza per garantire la seconda dose di vaccinazione. C’è stata una programmazione molto attenta e rigorosa. Le defezioni sono state molto modeste e non c’è stata dispersione di dosi. Per quanto riguarda le residenze sono state effettuate 2162 vaccinazioni covid su circa 2700 ospiti: di questi ospiti 200 sono positivi e 120 sono ricoverati, quindi la copertura ha una percentuale elevata. Meno del 20% dei sanitari ha rifiutato la vaccinazione: in 300 hanno espresso il proprio diniego ed alcuni di questi per ragioni oggettive, in quanto hanno patologie ed allergie, mentre altri non hanno risposto.”