“La curva epidemiologica continua con una lentissima discesa che nell’ultima settimana si è appiattita. Abbiamo comunque uno dei migliori dati in Italia per l’incidenza nonostante l’altissima prevalenza di varianti: 96% di cui 32% brasiliana e 64% inglese.”
È l’aggiornamento settimanale sull’andamento epidemiologico in Umbria tracciato da Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale durante la videoconferenza stampa che si è tenuto questa mattina.
“L’Umbria ha un Rt pari a 1,01, ha aggiunto Cristofori, perché la curva fatica a piegarsi ancora. Sappiamo che quando si arriva a una certa incidenza, per scendere ulteriormente bisogna aumentare qualche misura di restrizione o potenziare i controlli. In provincia di Terni l’RT è 0,90 ed in quella di Perugia è 1,07. L’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti in provincia di Terni è pari a 136,94 e 137,77 in quella di Perugia, molto vicine alla media regionale che è 137. Nelle ultime tre settimane fra Alto Tevere e il Folignate, pur a fronte di una discesa, ci sono alcune aree ancora rosse. A Terni, dopo l’impennata di casi si è ‘rientrati’ abbastanza rapidamente. La risalita dei casi dell’ultima settimana interessa soprattutto alcune zone dell’Alto Chiascio e del perugino. Per quanto riguarda le fasce di età quella 0/18 anni ha una leggera risalita con un’incidenza intorno a 200, mentre 0/2 anni è sotto 100. Si comincia a vedere qualche risultato negli ultra 80enni con le vaccinazioni.”
“La curva relativa ai ricoveri tende alla diminuzione, seppur lenta – ha spiegato Carla Bietta del nucleo epidemiologico regionale – e lo stesso vale per le terapie intensive, anche se qui il numero è sempre impegnativo per i servizi. Pure i decessi iniziano a diminuire e questo un po’ ci rincuora anche se la situazione è abbastanza impegnativa e non ci permette di stare così sereni come vorremmo”.
A proposito della distribuzione delle varianti la dottoressa Bietta ha evidenziato che quella brasiliana è più impegnativa e preoccupa di più.
“In merito all’impatto dei vaccini – ha aggiunto – abbiamo visto che i contagi degli operatori sanitari, rispetto al resto della popolazione, in crescita tra la fine di dicembre e l’inizio di febbraio, hanno fatto registrare una diminuzione dall’inizio di febbraio e l’incidenza è diventata significativamente più bassa del resto della popolazione. La vaccinazione funziona e lo sapevamo, ha concluso, insieme all’attenzione al contenimento del virus sono i punti di forza su cui possiamo puntare per sconfiggere la pandemia”.