Mario Tosti, presidente dell’Isuc, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea illustra la precaria situazione in cui si trova ad operare l’Istituto e chiede al futuro commissario di “non disperdere il patrimonio di conoscenze e esperienze maturate”.
“In ottemperanza delle disposizioni nazionali e regionali relative alla pandemia COVID-19, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea (Isuc) ha sospeso da marzo tutte le sue iniziative pubbliche, sebbene già organizzate e calendarizzate da tempo, interruzione che si aggiunge al già significativo ridimensionamento della sua attività seguito alla scadenza contrattuale dei 6 collaboratori (co.co.co) avvenuta il 30 novembre 2019.
Ciò nonostante, per garantire un sia pur minimo supporto alle iniziative legate all’attività didattica formativa e di ricerca, coerenti con le finalità statutarie dell’Istituto, alcuni dei collaboratori hanno accettato incarichi di prestazione occasionale, anch’essi oramai di prossima scadenza, per continuare le ricerche previste dal programma di attività (public history, voto alle donne, elezioni 1946-1948, storia economica, calendario civile, archivi dei partiti e dei movimenti politici e sindacali, ecc.). È grazie a loro che in questi giorni è stata creata nel sito dell’Istituto un’apposita sezione riguardante l’influenza “spagnola” del 1918, con la segnalazione di alcune ricerche locali e nazionali, nonché un’intera pagina legata al 75° anniversario della Liberazione, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, dal titolo “Raccontiamo la Resistenza! Una commemorazione virtuale (e virtuosa) del 25 aprile”.
In virtù dell’imminente scadenza degli organi di governo dell’Isuc e alla luce del percorso di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema degli enti regionali, come stabilito dall’attuale legge di bilancio della Regione Umbria, la Giunta regionale ha preso la decisione del commissariamento dell’Istituto. Auspichiamo che il commissario, in questa fase di transizione, che tra l’altro vede il pensionamento del direttore e della responsabile della Sezione didattica, sappia salvaguardare gli “storici” collaboratori dell’Isuc. Le competenze e l’esperienza accumulata da questi colleghi in più di dieci anni di relazioni con gli enti locali, le associazioni, le Università e gli istituti culturali del territorio e nazionali richiede di valutare, da parte del commissario, nuove forme di continuazione del rapporto di collaborazione, in modo tale da non disperdere il patrimonio di conoscenze e esperienze maturate sia nel campo scientifico-didattico che formativo e permettendo così all’Isuc di continuare a essere, in quanto agenzia di formazione riconosciuta dal Ministero, un punto di riferimento per l’aggiornamento degli insegnanti, nonché luogo di ricerca privilegiato per la ricostruzione della storia dell’Umbria contemporanea nei suoi diversi approcci economici, politici e sociali”.