Il governo vira verso le riaperture.
Dal 3 maggio, anche se alcuni sostengono già dal 26 aprile, riapriranno i ristoranti però soltanto quelli che hanno posti all’aperto, a pranzo. L’Ansa non specifica se questa apertura riguarderà solo il pranzo o anche la cena. Sembra però che la riapertura con i tacvoli all’aperto guarderà anche la cena.
C’è subito una prima reazione a queste voci da parte della Fipe-Confcommercio: “La direzione è quella giusta ma ci aspettavamo più coraggio. Riaprendo solo all’esterno poi si crea una discriminazione per chi lo spazio esterno non ce l’ ha”.
“Avere una data – aggiunge la FIPE – e poter servire la cena sono segnali importanti, soprattutto se irreversibili, ma ci preoccupa la penalizzazione per chi non ha tavoli all’aperto. Invitiamo i Comuni a mettere a disposizione più spazi esterni possibili e auspichiamo si tratti di una fase transitoria di 1 o 2 settimane”.
Delusa anche la FIEPET-Confesercenti: “Bene aver iniziato a programmare la ripartenza, ma sulle riaperture ci aspettavamo di più. Così la maggior parte dei pubblici esercizi non potrà riaprire: meno della metà dei ristoranti ha a disposizione spazi esterni, e nella stragrande maggioranza di casi – in particolare nei centri storici – si tratta di dehors di dimensioni modeste. Per le attività prive di spazi esterni, di fatto, si tratta di una proroga delle restrizioni – a giudizio della FIEPET. Una proroga indefinita, oltretutto, visto che non è stata annunciata alcuna data. Di certo non è quello che le imprese si aspettavano dopo tutti questi mesi di restrizioni. Così non possiamo andare avanti, le attività economiche sono al limite: il governo deve riprendere il confronto con le associazioni di categoria per trovare soluzioni sostenibili per il settore. Anche dal punto di vistadei ristori: si continua a ragionare sui sostegni riferendosi al 2020, mentre dobbiamo concentrare gli sforzi anche sul sostegno alle imprese che sono ancora sottoposte a restrizioni nel 2021, come i pubblici esercizi”.
E’ certo invece che riapriranno i cinema , i musei e i teatri dal 26 aprile. Lo ha annunciato il ministro della cultura, Dario Franceschini.
“Abbiamo da poco finito una cabina di regia che ha discusso lungamente a Palazzo Chigi. Dal 26 aprile, con qualche giorno di anticipo rispetto all’ ipotesi dei primi di maggio, potranno riaprire teatri, cinema, musei e eventi all’ aperto con misure di limitazione della capienza che conoscete e che abbiamo lungamente discusso con le categorie e gli esercenti”.
Il ministro della salute Roberto Speranza ha precisato: “Le riaperture? C’ è percorso di gradualità, non c’ è un momento in cui tutto cambia. In questa fase la scelta del governo è mantenere il coprifuoco così come vigente. Il governo valuterà la curva epidemiologica ed eventuali ulteriori misure di settimana in settimana. Comunque – ha ribadito il ministro – resta vigente il modello per zone, per fasce. Il modello permette di leggere la variazione epidemiologica. I nostri parametri saranno capaci di focalizzare la situazione in cui si adottino misure più rigide. C’ è profonda differenza col modello di prima ma resta modello prudenziale”.
“Dal 26 aprile – ha annunciato il presidente del consiglio Mario Draghi – torna la zona gialla di conseguenza tutte le scuole ritorneranno alla presenza al 100% degli studenti in classe”.
Quanto a piscine e palestre: le piscine all’aperto potranno riaprire il 15 maggio, dal 1 giugno, invece, riapriranno le palestre.
E anche in questo caso c’è il commento di Asso-Palestre: “Eravamo pronti a ripartire per i primi di maggio, dopo oltre un anno di chiusura. Questa è un po’ una doccia fredda, anche se almeno c’ è una data certa, ma l’ 1 giugno è molto, molto lontano, Un altro mese è mezzo fermi si traduce in un altro enorme danno. Noi, comunque, continueremo la nostra azione – aggiunge l’associazione di categoria – anche e ora soprattutto per avere un aiuto economico perché le aziende sono ormai allo stremo. Inoltre, prevedendo una possibile riapertura nella prima decade di maggio, molti operatori avevano cominciato a richiamare dipendenti e collaboratori e a fare i dovuti preparativi. Ora si ferma di nuovo tutto, anche se avere una data certa dà un minimo di sicurezza”.
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