E’ impietoso il report della Camera di Commercio sull’andamento delle attività economiche nel primo trimestre di quest’anno a Terni. E’ il segnale inequivocabile di una crisi infinita , drammatica, della quale ancora non si vede l’uscita dal tunnel. I cui frutti sono avvelenati.
Tra gennaio e marzo si sono iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Terni 438 aziende a fronte di 478 che hanno chiuso nello stesso periodo. Sostenuto il numero delle liquidazioni di impresa e di quelle che sono entrate in scioglimento. Nel primo trimestre sono state 116, il 18,4% in più rispetto allo stesso trimestre del 2018. I fallimenti sono stati 14 (il 7,7% in più a livello congiunturale), il settore economico che nel primo trimestre ha sofferto di più è stato quelle delle attività manifatturiere che ha registrato 4 fallimenti, 3 sono state nel comparto delle costruzioni. L’analisi per forma giuridica segnala un inizio anno di particolare criticità per le società di capitali, 11 infatti sono stati i fallimenti sui 14 registrati nel primo trimestre che hanno coinvolto questa tipologia di impresa.
“L’andamento del tessuto economico è la fotografia in chiaro scuro delle difficoltà che sta attraversando il nostro territorio in cerca di chiavi di volta per il rilancio – ha commentato il Presidente della Camera di Commercio di Terni, Giuseppe Flamini – il nostro Ente camerale dispone di strumenti a sostegno delle imprese che vanno nella direzione di far crescere le competenze degli imprenditori, del personale, che offrono voucher per agganciare le nuove opportunità offerte dall’economia digitale. Sosteniamo l’internazionalizzazione e stiamo lavorando, insieme alle altre Istituzioni, per far crescere il richiamo turistico del nostro territorio con il brand Terre di San Valentino in cui crediamo molto e non solo”. “Ma è certo che servono misure straordinarie per la crescita – ha aggiunto il presidente Flamini – il Pil della nostra regione è ormai agganciato a quello delle regioni meridionali e la disoccupazione giovanile ha raggiunto i livelli di guardia, mi auguro che si riescano intanto a cogliere le opportunità offerte dal riconoscimento di area di crisi complessa e che arrivino a concretezza le ipotesi di nuovi importanti insediamenti industriali sul territorio”.
In tutto questo, assolutamente in controtendenza il dato delle aziende con titolari non italiani.
Da gennaio a marzo sono state 103 le aziende di stranieri che si sono iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Terni. Un vero balzo in avanti se si considera a che a livello percentuale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno l’incremento è del 151%. Tra i settori in crescita vorticosa quello dei servizi alle imprese, seguono il commercio e le costruzioni.