“I dazi statunitensi sull’acciaio non colpiscono direttamente l’Europa visto che a fronte di una produzione annua di circa 168 milioni di tonnellate solo 4 o 5 sono destinate al mercato statunitense. Il problema è che a fronte dei dazi americani, i grandi produttori asiatici come la Cina dirotteranno le loro esportazioni verso l’Europa. E visto che sono aziende finanziate dallo Stato senza oneri, con un costo del lavoro estremamente contenuto e esenti da molti problemi di rispetto ambientale sono in grado di offrire prezzi con i quali i produttori europei non possono competere. Guardando al nostro settore non posso che auspicare un intervento dell’Unione Europea a salvaguardia delle aziende della comunità magari limitandosi a colpire gli incrementi di importazioni rispetto al recente passato.”
E’ quanto afferma Massimiliano Burelli, amministratore delegato di AST, in una intervista concessa all’agenzia di stampa AGI.”In linea generale devo ammettere che stiamo tornando al Vecchio Testamento e a forza di azioni e reazioni `occhio per occhio, dente per dente ,finiremo tutti senza occhi e senza denti – ha aggiunto Burelli .Per quanto ci riguarda direttamente non temiamo grandi conseguenze visto che facciamo una produzione di alta gamma, acciaio inox, con un’offerta molto mirata all’utilizzatore finale come le industrie automobilistiche e i produttori di elettrodomestici. In questa fascia di mercato il prezzo del prodotto ha certamente la sua importanza ma il servizio in termini di qualità e puntualità è altrettanto importante. La situazione è molto diversa per gli altri segmenti di mercato come i laminati e commodities dove le conseguenze della concorrenza con i cinesi possono avere effetti molto rilevanti visto che non sono in grado di competere con i prezzi dei cinesi”. Problemi per lo stabilimento di Terni potrebbero sorgere se l’amministrazione Trump dovesse colpire anche l’automotive dell’Europa. “Come fornitori di questo settore – afferma l’AD di AST – avremmo certamente dei problemi che riguarderanno, direttamente e indirettamente, anche moltissime aziende di tutti i settori”.
Quanto al Bilancio di AST, il fatturato è in crescita e anche i ricavi: “molto dipende dal prezzo del nichel – conclude l’ing.Burelli – ma le attuali previsioni sono di ricavi in crescita rispetto a 1,7 miliardi dello scorso anno. Riguardo all’utile (3,3 milioni nel 2016 e 87 milioni al 30 settembre 2017, ndr) posso solo dire che è in linea con il budget”.