Di Chiara Furiani
Doveva essere un paradiso il Folkstudio, mitico locale romano che tra gli anni ’60 e ’70 ha ospitato i migliori musicisti romani e non solo – ci fece una comparsata persino un giovanissimo e sconosciuto Bob Dylan.
È proprio in quell’incubatrice di talenti e in quel periodo che nascono in parallelo le carriere di Francesco De Gregori e Antonello Venditti, inizialmente legati da un comune progetto che si concretizzo’ nell’album “Theorius Campus”.
Poi i due cantautori, personalità troppo importanti per condividere uno stesso spazio, presero strade separate, ma entrambe coronate da immenso successo.
A distanza di cinquant’anni eccoli di nuovo insieme sullo stesso palco per un tour che sta sbancando in tutta Italia.
La scaletta mette insieme i più grandi successi di due sterminati songbook, amatissimi entrambi.
Due gemelli diversi De Gregori e Venditti: animati dalla stessa passione, da quella stessa temperie e quella voglia di vivere e di impegnarsi che ha animato l’Italia di quegli anni.
E non a caso si ritrovano in questa bella festa, che hanno deciso di celebrare insieme alla gente.
Ma se il primo ha scelto di ispirarsi al folk-rock americano, musicalmente ma anche nell’uso del linguaggio, spesso criptico, crepuscolare, comunque sempre elevatissimo – “il principe” è di certo il più dylaniano dei nostri cantautori – il secondo ha scelto una via più muscolare, energetica, che parla direttamente al cuore della gente e che ancora oggi, non a caso, riesce a far alzare un’intera platea per fare il “sing along”.
Il cantore per eccellenza della romanità ripropone tra i bis “Roma Capoccia” e si alza un boato.
Insomma, due facce della stessa medaglia, si potrebbe dire.
Due amici sul palco hanno emozionato ed entusiasmato il pubblico, che ha cantato dalla prima all’ultima nota.
Un bel colpo per “Musica dei Borghi”.