“Non ho ritrattato. Con la decisione della giudice Montericcio di non accogliere la richiesta di proscioglimento ho ottenuto il mio obiettivo, che è
quello di perseguire la verità nel caso Denise, per il quale, di recente, credo di aver fornito importanti spunti investigativi, come quello dell’acquisto di sim telefoniche da un negozio di Terni, del quale non figura indirizzo e partita Iva, utilizzate l’1 settembre 2004 da persone, una anche molto importante, che potrebbero avere avuto un ruolo nel sequestro della bambina. E il tracciato di una queste sim, il giorno della scomparsa, è compatibile con la zona del sequestro e le vie di fuga dalla città”.
A dirlo fuori dall’ aula del Tribunale di Marsala, è l’ex pm Maria Angioni che si è occupata del caso della scomparsa della bambina durante la prima fase.
E’ stata rigettata la duplice richiesta di proscioglimento (di accusa e difesa) per Maria Angioni, processata a Marsala per false informazioni al pm nell’ ambito delle indagini sul sequestro della piccola Denise Pipitone (il magistrato, lo scorso maggio, aveva dichiarato che vi furono “depistaggi”), il giudice Giuseppina Montericcio ha ammesso alcuni dei testi chiesti dalla difesa.
“La ricerca della verità per Denise Pipitone – aveva scritto di recente su Facebook la Angioni – è chiaramente una maratona, con diversi ostacoli per giunta, e non certo una strada facile o veloce. Il processo che mi coinvolge ha delle fasi e decisioni tecniche, che occorre rispettare salva ogni valutazione, di volta in volta, secondo le facoltà che le leggi mi riconoscono in quanto imputata”.