Un autotrasportatore quarantenne, qualche giorno fa, si è presentato in una stazione dei Carabinieri nel napoletano, per denunciare di essere stato vittima di una rapina mentre, dopo aver preso un caffè in un autogrill di un’area di servizio sull’autostrada A30, stava facendo ritorno al proprio camion. Nella denuncia ha fornito anche precisi dettagli di quanto subito riferendo di un uomo, armato di coltello, che gli si era avvicinato improvvisamente e dopo avergli puntato la lama alla schiena gli aveva intimato di consegnargli il marsupio per poi allontanarsi, con la collaborazione di un complice, a bordo di un’autovettura di cui ha fornito marca, modello e colore.
Qualche giorno dopo il marsupio rapinato è stato rinvenuto in un’area di servizio del tratto autostradale umbro e consegnato alla Polizia Stradale di Orvieto per la restituzione al proprietario. Immediatamente dopo la Polstrada ha iniziato le indagini per tentare di identificare gli autori della rapina. Subito risaltavano, però, alcune discrasie tra le informazioni rese dal denunciante ai Carabinieri e le modalità e le tempistiche con le quali quel marsupio era stato rinvenuto. Infatti, stando alla denuncia, la rapina risultava essere avvenuta il giorno successivo al ritrovamento del marsupio. Non solo, lo stesso denunciante, avendo appreso del rinvenimento del suo marsupio, ha contattato gli uffici della Polstrada per avere indicazioni di come poterne rientrare in possesso, affermando di averlo smarrito presso quell’area di servizio dove era stato ritrovato senza accennare minimamente alla denunciata rapina. Probabilmente, l’autotrasportatore, non aveva considerato i flussi di comunicazione istituzionali, pertanto è stato denunciato per simulazione di reato.