Dieci manufatti chiesastici risalenti anche al XVIII secolo sequestrati e una persona deferita all’Autorità Giudiziaria per tentata esportazione illecita.
È il bilancio di un’attività d’indagine che ha visto operare in sinergia i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e e Monopoli dell’Aeroporto internazionale “San Francesco d’Assisi” insieme ai militari del Comando Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e della Guardia di Finanza di Perugia.
I fatti risalgono a qualche settimana fa quando i funzionari ADM hanno fermato per il controllo del bagaglio al seguito un cittadino comunitario di 52 anni, prossimo a imbarcarsi con un volo per Malta.
Il passeggero, che aveva superato l’area dei controlli, stava per raggiungere il gate d’imbarco quando è stato invitato ad aprire il trolley. Alla domanda di rito se avesse qualcosa da dichiarare, il viaggiatore ha risposto negativamente.
Nella valigia però, nascosti tra gli indumenti, sono stati rinvenuti diversi oggetti sacri. Solo a quel punto l’uomo ha ammesso di aver acquistato i manufatti a una mostra mercato che si tiene nel nord Italia, senza però fornire né la prevista comunicazione all’Ufficio esportazione della Soprintendenza, né un titolo di acquisto.
Il 52enne era stato fermato quattro giorni prima, sbarcato da un volo per Perugia, dichiarando di essere un antiquario diretto alla mostra.
I funzionari ADM e i militari della GdF hanno quindi sottoposto a sequestro preventivo tutto il materiale, attivando i Carabinieri TPC che hanno proceduto ad avviare le indagini e a periziare i manufatti grazie anche all’intervento di una storica dell’arte della Soprintendenza dell’Umbria.
Il sequestro, disposto definitivamente dal Pubblico Ministero di Perugia, ha riguardato una serie di tre cartagloria in metallo color oro, due calici in metallo color argento, un reliquiario a ostensorio in legno rivestito da lamina argentata lavorata a sbalzo e cesellata, due ampolle con vassoio in metallo dorato, una statuetta di Santa Filomena in legno intagliato e dipinto, una corona da quadro in metallo dorato, nonché una corona stellata, unico oggetto “di uso comune e senza alcun valore storico-artistico” che sarà quindi restituito all’antiquario.
I Carabinieri dopo aver accertato l’assenza dei reperti dalla propria banca dati “Leonardo” dedicata ai beni sottratti illecitamente, hanno verificato, tramite la responsabile dell’Ufficio esportazione della Soprintendenza presente alla mostra, che l’uomo non aveva presentato alcuna richiesta o dichiarazione al momento dell’acquisto.
Il D.Lgs n° 42/2004 prevede infatti i vari casi in cui l’esportazione di beni dev’essere autorizzata, tra i quali quello di opere create da oltre 70 anni e con valore superiore a 13.500 euro.