Tre casi sospetti di overdose in Umbria, numerosi arresti per spaccio e sequestri di droga, la morte di una ragazza di appena 18 anni a Treviso: si fa prepotentemente largo tra la cronaca locale e quella nazionale l’emergenza dipendenze nel nostro paese. E la Comunità Incontro Onlus di Amelia lancia l’allarme anche alla luce dell’emergenza sanitaria che rappresenta per la struttura terapeutica l’occasione per fare una riflessione sulle dipendenze e su come queste stiano evolvendo ai tempi del coronavirus.
Nel periodo di lockdown, quindi in un arco temporale di circa 3 mesi, nelle attività di accoglienza e di ingresso di Molino Silla si sono registrate significative oscillazioni nelle addiction. Pur mantenendosi sempre alta la percentuale di ingressi legati all’uso di cocaina, un’impennata è stata registrata per i soggetti con disturbi legati alla ludopatia. Nel periodo più difficile dell’emergenza sanitaria una fascia di popolazione ha quindi vissuto un dramma nel dramma: per alcuni soggetti l’isolamento dato dalla quarantena, l’acuirsi delle difficoltà economiche non hanno che aggravato la situazione e la caduta nell’abisso del gioco d’azzardo on line ne è stata la conseguenza. Inoltre, si legge in una nota, soltanto in queste ultime settimane gli accessi alla sede di Molino Silla sono stati una ventina con una lista d’attesa per i nuovi ingressi che si sta allungando sempre più.
“A dimostrazione che qualcosa è davvero cambiato durante i mesi di lockdown – afferma Tania Fontanellapsicoterapeuta e responsabile dell’equipe multidisciplinare della Comunità Incontro – e per quanto riguarda le dipendenze, purtroppo il cambiamento è in peggio, perché si traduce in aumento del rischio e del consumo”.
Un altro dato da tenere sotto controllo è quello che attesta un aumento dell’uso delle sostanze da parte della popolazione femminile. Le donne tossicodipendenti in Italia sono ad oggi 27 milasecondo i dati del Dipartimento Politiche Antidroga e di queste l’86% è in carico ai Servizi. L’uso di sostanze, nelle donne, spesso è la conseguenza di abusi, traumi e disagio psichico. Numeri con cui la Comunità Incontro fa i conti ogni giorno registrando negli ingressi in struttura, una incidenza femminile in oltre il 30%dei casi. Una vera rivoluzione dello scenario, se si confrontano i numeri di cinque anni fa, tanto che proprio dal 2015 la Comunità Incontro ha aperto una sezione dedicata alla cura delle dipendenze femminili con specifici protocolli e percorsi di recupero rivolti alle donne, divenendo un riferimento per questo tipo di approccio terapeutico.
Infine in un contesto in continua evoluzione, prosegue la nota, non bisogna dimenticare la significativa tendenza al consumo di sostanze psicoattive, riscontrata nella popolazione tra 12-19 anni.
“I giovani presentano un aumento considerevole dell’uso di sostanze di ogni tipo, sperimentando sempre più spesso sostanze sintetiche ottenute facilmente via internet – sottolinea Fontanella – l’appello della Comunità Incontro è quindi di investire in seri progetti di prevenzione per identificare condizioni di rischio e di vulnerabilità. Per questo chiediamo alle istituzioni e al governo centrale, nella fase in cui si sta tentando di ridisegnare il Paese, di rafforzare anche le azioni di prevenzione con adeguati percorsi che coinvolgano pubblico, privato e mondo della scuola per raggiungere i target più a rischio. Al contrario, riscontriamo ancora una volta a livello centrale tentativi per legalizzare la cannabis: non solo quella light ma anche quella sintetica, come si evince in alcuni passaggi del D.L. sull’emergenza Covid-19. Mentre le persone continuano a morire per l’uso di sostanze – afferma Tania Fontanella – appare surreale che in una fase drammatica come quella che stiamo attraversando, la politica e le istituzioni discutano di legalizzazione anziché puntare su un approccio valoriale da condividere a livello sociale. Tra l’altro in tutte le manovre finanziarie la politica non ha tenuto conto del terzo settore e di chi lotta ogni giorno contro le dipendenze e probabilmente questi sono i risultati.Grazie alle competenze della nostra equipe multidisciplinare come Comunità Incontro siamo costantemente impegnati a monitorare il fenomeno e di conseguenza aggiornare i protocolli per assistere al meglio i nostri ospiti – conclude Tania Fontanella – e al tempo stesso siamo aperti e pronti a dialogare con le istituzioni per portare la nostra testimonianza e il messaggio che uno stile di vita positivo e responsabile, è il migliore alleato contro le dipendenze. E’ da qui che dobbiamo ripartire, anche per discutere di una Fase 3 per dipendenze e libertà”.