Una chiesa stracolma di fedeli per celebrare i 50 anni di permanenza nella parrocchia di Santa Maria Regina di don Sandro Sciaboletta che, giovane sacerdote, allora, ne prese la guida giusto il 2 febbraio del 1969. Anni duri, di contestazione giovanile e uno dei primi cambiamenti che realizzò don Sandro fu la messa cantata, una messa beat, anche per catturare i giovani alla celebrazione eucaristica. “Ne venivano tanti alla messa domenicale delle 10,30, non solo da Terni.”
Non fu una cosa semplice, ci furono parrocchiani che non apprezzando il cambiamento, andarono a protestare dall’allora vescovo Mons. Giovan Battista Dal Prà. “Il vescovo gli rispose…se don Sandro ha pensato che sia una cosa buona fare questo, io l’approvo. Da allora non ci sono più andati.” L’inserimento della musica nella messa avvenne – ricorda don Sandro – con cautela. “Prima abbiamo cominciato con l’organo, poi l’organo con la chitarra, poi con due chitarre.”
“Erano gli anni 70, quelli dei gruppi musicali del rock – ricorda una signora del coro – e noi, giovani di quel tempo, avevamo bisogno di vivere, a modo nostro, la religione. Ecco che inizia la messa beat con strumenti di tutti i tipi in chiesa per fare festa a Dio, con amore, quello di tutti i giovani del mondo, ma senza gli eccessi di quei tempi . I nostri eccessi erano gli esercizi spirituali , le lodi, le messe, i canti che ci inebriavano e ci facevano capire ancora di più le parole del vangelo e poterle vivere, ogni giorno, nella nostra vita. Oggi, dopo 50 anni, siamo in molti a stringerci intorno a te don Sandro , con un affetto, trasformato nel tempo, ma rafforzato dall’amore che ci hai insegnato a vivere.”
Don Sandro ricorda l’impegno in Kosovo, grazie alla generosità dei parrocchiani. Gli aiuti umanitari, i bambini e gli adulti trasferiti in Italia e curati negli ospedali italiani, i giovani portati in Italia a studiare “si sono laureati quasi tutti.”
E don Sandro ha ribadito un concetto:” ama il prossimo tuo, chiunque esso sia, senza nessuna restrizione. Dio ha detto l’uomo è mia immagine e se io non accolgo un uomo, chiunque esso sia, io vado contro Dio. Questo bisogna che noi cristiani ce lo ricordiamo. L’uomo, da qualunque parte arriva è sempre l’immagine di Dio e se vado contro questa immagine, è una bestemmia contro Dio perché disprezzo la sua immagine. Certo ci sono delle remore ma vinciamole. Gesù ha detto…amatevi come io vi ho amato. E’ difficile ma amiamo il prossimo. Questo è il comandamento di Dio, nessun altro.”
Non solo Santa Maria Regina nella storia personale di don Sandro Sciaboletta che è stato ordinato sacerdote nel 1957. Due anni è stato vice parroco in Duomo e per 10 anni cappellano in fabbrica, alle acciaierie, “un’esperienza bellissima – ricorda don Sandro – perché mi ha messo a diretto contatto con le persone e con le loro problematiche. E’ stata una ricchezza. E con gli operai si era instaurato un bel rapporto di dialogo e di amicizia. Abbiamo fatto insieme tante iniziative.”
“Io vorrei dirvi – ha detto don Sandro rivolto ai suoi parrocchiani – un grazie immenso per come mi avete sostenuto, per come mi avete dimostrato il vostro affetto, la vostra riconoscenza, vi ringrazio di tutto. Se qualcosa di bello siamo riusciti a compiere è perché la grazia di Dio è entrata nei nostri cuori e ci ha dato forza, luce e speranza per una vita sempre migliore.”
Si spengono le luci in chiesa. Sui due monitor posti ai lato dell’altare scorrono le immagini che raccontano la straordinaria esperienza di questo sacerdote. E il Coro di Santa Maria Regina lo festeggia. Tutti vogliono stringergli la mano, abbracciarlo, baciarlo. C’è partecipazione, affetto sincero, gratitudine. I giovani di allora ora sono genitori e qui oggi ci sono i loro figli, in una ideale continuità.
La parrocchia è ora nelle mani di don Gabriel Caranta. Ma don Sandro c’è sempre, per tutti.